Piccoli, scomodi e traballanti: i banchi a rotelle finiscono ammassati in magazzino

Piccoli, scomodi e traballanti: i banchi a rotelle finiscono ammassati in magazzino
PADOVA La qualità è pessima. La forma incompatibile con l'utilizzo che dovrebbero avere. E l'assetto persino pericoloso, in quanto poco stabile e...

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PADOVA La qualità è pessima. La forma incompatibile con l'utilizzo che dovrebbero avere. E l'assetto persino pericoloso, in quanto poco stabile e ondeggiante. Conclusione: ora sono in un magazzino, ammassati come vecchi oggetti in disuso benché siano nuovissimi, e la prossima destinazione quasi sicuramente sarà la discarica, anche se sono costati circa 100 mila euro.


La Provincia di Padova, infatti, ha accatastato in un deposito ben 535 banchi a rotelle dei 956 che erano stati comprati a novembre su indicazione dei presidi degli istituti superiori, la maggior parte dei quali, però, quando ha visto in concreto la fornitura, l'ha rispedita indietro, senza indugi: impensabile durante le lezioni far sedere i ragazzi su un arredo insicuro, che traballa dando l'idea di cedere da un momento all'altro, e con annesso un pianetto talmente piccolo, che risulta impossibile appoggiarci insieme un libro e un quaderno. Le seggiole arancioni con la base girevole antracite, quindi, ordinate con l'intenzione di far rispettare il distanziamento anti contagio in classe, difficilmente potranno essere riciclate in qualche modo. A bocciare quelle che tecnicamente si chiamano sedute didattiche attrezzate di tipo innovativo, comunque, non sono stati solo i dirigenti scolastici, ma anche l'assessore veneto Elena Donazzan, che nei giorni scorsi, replicando al commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri, aveva denunciato che provocano mal di schiena e problemi posturali a chi le usa. E ieri si è aggiunta pure la voce del numero uno dell'amministrazione provinciale patavina Fabio Bui, il quale ha commentato: «Non andrebbero bene neppure per le giostre, e neanche per gli autoscontri. Basta vederle e toccarle per rendersi conto che sono improponibili. Più della metà della fornitura è tornata nel nostro deposito e non sappiamo cosa farcene. Uno spreco inammissibile».


LA RICOSTRUZIONE

Al momento della consegna sono stati i presidi di buona parte degli istituti superiori di Padova e dei centri limitrofi, frequentati da circa 37mila ragazzi, a far fare dietro front ai furgoni appena arrivati davanti ai cancelli dei loro plessi: «Portateli indietro, di questi arredi non ce ne facciamo proprio niente, perché gli studenti non possono rimanere ore su seggiole di plastica, scomode e per di più pericolose». In alcuni casi i banchi a rotelle non sono neanche stati scaricati dai cassoni, perché ai dirigenti scolastici è bastato uno sguardo per decidere di rifiutarli. Nell'ordine iniziale erano destinati così: Tecnico Commerciale Calvi (100 seggiole girevoli), Liceo Caro di Cittadella (300); Istituti Usuelli Ruzza (20), Ferrari di Este (150) e Da Vinci (270); Liceo Linguistico e Istituto Tecnico-Chimico Scalcerle (30); Scientifici Fermi (26) e Nievo (60).


La Provincia di Padova aveva speso complessivamente 163mila 284 euro per le 956 sedute didattiche innovative, visto che ciascuna ha un costo di circa 180 euro. «Considerato che stiamo parlando di una cifra interamente messa disposizione dal Ministero dell'Istruzione - ha osservato ancora Bui - era meglio che, invece di buttare denaro per arredi inutilizzabili, lo Stato avesse dato a noi il contributo che lo avremmo impiegato per mettere in sicurezza gli istituti superiori, o per realizzarne uno nuovo. In questo momento, per esempio, abbiamo un numero di iscrizioni elevatissimo al primo anno dei licei scientifici, che sono già saturi, e non sappiamo come far fronte alla domanda di aule e laboratori. Mi fa rabbia vedere che in Italia finanziamenti cospicui siano stati sprecati per banchi a rotelle che non verranno mai usati». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino