BancAdria, l'utile vola nonostante il lockdown per il Covid e le sofferenze dei crediti

La sede di Bancadria
ADRIA - Un bilancio che conferma il consolidamento di Bancadria dopo la fusione con la Bcc Colli Euganei, con un utile netto a 3,3 milioni di euro, nonostante importanti...

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ADRIA - Un bilancio che conferma il consolidamento di Bancadria dopo la fusione con la Bcc Colli Euganei, con un utile netto a 3,3 milioni di euro, nonostante importanti accantonamenti che hanno portato la copertura delle sofferenze a oltre il 75%, il +155%, con l’incidenza dei crediti non performanti sul totale dei crediti alla clientela scesa di oltre 5 punti percentuali e con l’indicatore sintetico di solidità della Banca, il Cet 1 Ratio, al 17,42%, migliorando di un punto percentuale il dato dell’esercizio precedente.


DEPOSITI AUMENTATI
Aumentano del 3% i depositi della clientela, attestandosi a 1.278 milioni di euro, oltre 41 milioni di incremento. I numeri del bilancio 2019 attestano la forte crescita non solo dell’utile, ma, spiega la Banca in una relazione, «soprattutto di efficienza e di attenzione a nuovi servizi: 30 sportelli, 13 in provincia di Rovigo, 13 in provincia di Padova, 2 in provincia di Venezia e 2 in provincia di Ferrara per un’area di competenza di 66 Comuni; superati tutti gli obiettivi posti nel piano industriale di fusione, la banca si posiziona nella migliore classe di rischio. E anche in fase di emergenza Coronavirus e di post emergenza la banca riesce a dare sostegno al territorio in vista della ripresa».

ASSEMBLEA DA REMOTO
Proprio l’epidemia, che costringe a un’insolita assemblea dei soci a porte chiuse ed a distanza, l’8 luglio, inevitabilmente influenza anche la lettura dei dati di un 2019 che sembra appartenere ad un’altra era. La fase di emergenza è stata particolarmente difficile anche per il sistema bancario. «La nostra scelta - sottolinea il presidente Giovanni Vianello - è stata quella di lavorare con la migliore intensità e la più grande serietà. Credo che soci e clienti abbiano apprezzato il nostro stile sobrio. Gli sforzi sono stati notevoli, non dimentichiamoci che la nostra Banca ha dovuto fare i conti prima di altre con il lockdown: la chiusura di Vo’, dove siamo presenti con uno sportello, è stata l’avamposto di una nuova organizzazione poi imposta a tutto il sistema bancario e che ci ha costretto a grandissimi sforzi. I nostri dipendenti e collaboratori dall’emanazione dei primi Decreti hanno lavorato con impegno crescente per far fonte alle richieste di sospensione delle rate dei mutui e alle domande di finanziamento alle imprese e all’anticipo della Cassa integrazione guadagni ai lavoratori. Ma non possiamo non notare come molti provvedimenti in campo economico avrebbero potuto essere gestiti con più intelligenza pratica: invece di finanziare direttamente le imprese, come hanno scelto di fare altri Governi europei, si è scelto in Italia di progredire a colpi di Decreto, scaricando sulle Banche il peso del finanziamento alle attività economiche e offrendo solo le garanzie statali per la concessione dei mutui. Questo, pur con le migliore volontà e disponibilità, ha comportato delle inevitabili lungaggini burocratiche».

SOSPENSIONE DEI MUTUI

Le richieste di moratorie, ovvero di sospensione delle rate dei mutui, sono state 2.155. «Abbiamo accettato e processato anche richieste che si ponevano fuori dai requisiti previsti - chiarisce il direttore generale, Tiziano Manfrin - nell’ottica di favorire famiglie e imprese e dare a tutti la possibilità di riprendersi. Abbiamo registrato inoltre una consistente domanda di finanziamenti, non solo dei prestiti da 25 mila euro, che stiamo erogando dai primi giorni di maggio. Nell’arco di un mese, da metà aprile scorso ad oggi, abbiamo ricevuto oltre 1000 domande di finanziamenti per un importo complessivo di oltre 50 milioni di euro. Le categorie che hanno sentito di più questa crisi e che oggi chiedono un aiuto sono operatori del settore alberghiero, gli agriturismi, il settore della ristorazione, della pesca e le attività che offrono servizi alla persona e che sono rimaste chiuse o bloccate per mesi. Ci vorrà tempo per capire come potranno riprendersi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino