MESTRE - La banca stava per farla morire d'infarto. Quando ha aperto la raccomandata non poteva credere ai propri occhi. “Siamo spiacenti di constatare che non si...
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La donna, dunque, s’è rivolta all’Adico, associazione difesa consumatori, per chiarire una faccenda per la quale ha cominciato a perdere il sonno, convinta di non venirne a capo. Qualche giorno fa, però, Unicredit, che aveva inviato la raccomandata all’operaia mestrina ancora a ottobre, ha risposto alla lettera inviata dall’ufficio legale dell’associazione, scusandosi per il disguido e spiegando di aver imputato alla donna l’intero ammontare del tfr. Alla fine, però, è rimasto comunque un debito da parte di M.T nei confronti della banca. L’importo dovuto, però, è di 35,90 euro.
“La nostra socia non si ricordava quasi più di quel prestito di un decennio fa – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico - Fortunatamente tramite il nostro ufficio legale la situazione è stata risolta in tempi rapidi, anche perché ci siamo trovati di fronte a una controparte che ha diligentemente analizzato la situazione rilevando subito l’errore. Vicende di questo tipo ne seguiamo molte e molte volte, anche se non nel caso specifico, ci si trova di fronte a controparti che tendenzialmente rifiuterebbero il dialogo”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino