Bambino travolto e ucciso dal cancello a 4 anni, l'addio del papà al suo Tommy: «Non ti deluderò»

CASIER - «La tua missione era renderci più uniti. E io non ti deluderò. Il tuo papà». Calpestano lentamente la ghiaia d'ingresso del parco...

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CASIER - «La tua missione era renderci più uniti. E io non ti deluderò. Il tuo papà». Calpestano lentamente la ghiaia d'ingresso del parco dell'oratorio di Dosson in una strana mattina di agosto, dove le nuvole e il sole assecondano il turbamento di un'intera comunità. Mamma Valentina con un abito chiaro e in mano una rosa. Papà Gianni che la sorregge. E dietro il piccolo Riccardo richiama l'attenzione a sè, quasi a strappare quei genitori che non hanno più lacrime all'angoscia, e a voler ricordare che un futuro ci deve e ci dovrà essere. Almeno per lui. Il parroco don Adriano e il sindaco Renzo Carraretto li attendono all'ingresso del parco: è poi una folla di 1000 persone a salutarli con lo sguardo e con un silenzio carico di vicinanza. Carraretto li stringe. Loro, e i nonni. Come farebbe un padre. Ammutolito dal dolore. Di fronte all'altare, allestito a ridosso dei tendoni della sagra paesana, la bara bianca del piccolo circondata da decine e decine di mazzi bianchi. Il sole illumina la piccola stella di Tommaso e i suoi quattro anni di vita, di fronte ad una comunità che si interroga. «Presentiamo attese di fronte a Dio e anche una protesta -esordisce don Adriano- per questa sofferenza così forte e devastante. Dio, siamo davanti a te con la morte nel cuore. E non abbiamo risposte».

 

COMMOZIONE
Si commuove don Adriano mentre sottolinea la fatica di riuscire a interpretare ciò che è accaduto. «Tommaso ha ricevuto il battesimo il 25 settembre 2016. Ora attraversiamo la notte del dubbio». Il sacerdote ricorda quella vita giovane, il sorriso di un bambino che vive la felicità del rapporto con la famiglia, proiettato in un futuro che non arriverà. La comunità ferma sotto il sole è immobile nel silenzio. Il distanziamento sociale impossibile, ma la disciplina è massima con gel e mascherine. Un malore tra i presenti turba per un momento il raccoglimento. Ma è cosa di un attimo. La gestione della messa è impeccabile, e la soluzione scelta dall'amministrazione è la più consona a dare il segno di come la tragedia di questa famiglia abbia avuto un impatto concreto sul cuore della comunità. I canti, le chitarre, i fiori, e la mamma che accarezza quella foto e si aggrappa al compagno. Poi le parole.

LA LETTERA DEL PAPA'
È un amico di famiglia a leggere la lettera di papà Gianni. «Mi dicevi sempre: ciao papà, sei il mio amore. Mi sono chiesto moltissime volte in questi giorni perché proprio a noi. Ho cercato di pensare a quante volte, preso tra mille impegni di lavoro, avrei potuto darti e fare di più. Ora so che la mia missione è rendere la nostra famiglia più unita nel tuo ricordo. Sarò a fianco della tua mamma e del tuo fratellino. E non ti deluderò». Le maestre dell'asilo di Tommaso, proprio alle spalle del giardino, ricordano quel bimbo a volte imbronciato con un sacco di giochi per sentirsi sicuro. «A volte non volevi metterti il grembiule. Poi ti illuminavi nel parlarci dei rossetti della nonna che ti piacevano tanto e dei posti in cui ti portavano mamma e papà. Siamo tutti qui perchè ti vogliamo bene. E non saremo mai lontano da te». Anche la mamma di un'amica di Tommy vuole ricordarlo in uno degli ultimi istanti di felicità. «Eravamo tutti insieme. Noi adulti da una parte e tu e Ginevra a giocare in giardino. Volevate costruire una capanna con un asciugamano. Aveva piovuto da poco, eravate felici. Ecco un attimo perfetto in cui mi piace ricordarti. Oggi ci insegni che nulla è certo in questa vita. Che dobbiamo godere ogni momento. Sei andato, ma rimani. E noi ti troveremo in tutte le cose belle della vita».

L'ATTO FINALE

Il corteo degli abbracci sembra non finire mai. Quasi frastornati da questo affetto, i genitori vogliono ringraziare la comunità, i medici e le forze dell'ordine. Verrà il tempo delle indagini e delle responsabilità, ma oggi è il giorno del rito del distacco. «Grazie per la vicinanza, l'umanità e la condivisione con il nostro dolore». Poi sprofondano tra le spalle di amici, conoscenti, colleghi. Danno corso alle lacrime. Per mezz'ora almeno, prima dell'atto finale. I genitori, i nonni, gli amichetti, liberano nel cielo i palloncini color latte. «Ciao amore» lo saluta con la voce rotta mamma Valentina guardando in alto, sicura che esiste un luogo in cui l'anima bambina di Tommy potrà riposare.
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Il Gazzettino