Operata la gambina malforme, il piccolo Giò rientra dagli Stati Uniti

La famiglia del piccolo Giò in Florida, dopo la costosa operazione
PIAZZOLA SUL BRENTA - Dopo un anno di permanenza negli Stati Uniti, mercoledì prossimo tornerà in Italia, nella sua Piazzola sul Brenta, il piccolo...

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PIAZZOLA SUL BRENTA - Dopo un anno di permanenza negli Stati Uniti, mercoledì prossimo tornerà in Italia, nella sua Piazzola sul Brenta, il piccolo Giovanni, Giò com'è amichevolmente chiamato da tanti, assieme a mamma Erika, al papà Bruno Piccolo, operaio, ed alla sorella primogenita Miriam di 9 anni. Una grande emozione la loro, condivisa dai parenti e dalle tantissime persone che hanno reso possibile con molteplici iniziative, la raccolta di 400 mila dollari, così da poterlo operare a Miami nella clinica del chirurgo Dror Paley.

Giovanni è nato con una rarissima malattia, l'emimelia tibiale, ovvero la mancanza della tibia della gamba destra. La patologia avrebbe rischiato di compromettere per sempre la sua vita anche a causa dell'assenza in Italia di una terapia adeguata, ma grazie alla tenacia dei genitori, si sono attivati rendendo pubblica la loro situazione volendo fare il meglio per il loro piccolo. E proprio “Diamo il meglio a Giovanni”, è il nome della mobilitazione avviata con una raccolta fondi online, sviluppatasi poi in tante altre manifestazioni ed attività di sostegno. «Proprio un anno fa, era il 7 giugno, partivamo con tantissime incognite - spiega Erika - Siamo felicissimi perchè gli interventi sono andati a buon fine. Il dottor Pailey è riuscito a far piegare il ginocchio della gamba a 90 gradi. Era impensabile fino a pochi mesi fa considerata la situazione in cui era. La gioia del rientro si unisce alla volontà di proteggere Giovanni da tutto ciò che vivrà in questi prossimi nove mesi a casa. Sbagliato però ci ha detto il dottor Paley: Giovanni deve sperimentare, imparare, fare amicizia con la sua gamba, capire che può essere utilizzata attivamente. Lasciatelo fare ciò che sente di fare! È stata raggiunta una tappa importante, ma il percorso non è purtroppo terminato. A marzo del prossimo anno Giovanni dovrà ritornare a Miami per un altro intervento. Il costo stimato è di 200 mila euro».
«Li dovremo raccogliere in questi pochi mesi a casa, attraverso le poche risorse che abbiamo a disposizione, limitati dalle restrizioni del Coronavirus - sottolineano i genitori che decolleranno da Miami, arriveranno a Londra, da dove voleranno arrivando a Roma - Risuonano nella nostra testa come il timer di una bomba. Dove contiamo anche un euro donato, perché se nella prima parte la nostra corsa era a salvare la sua gamba e restituire l'articolazione prima che fosse irreversibile, ora dovremo evitare che la discrepanza sia tale da compromettere il nuovo ginocchio, la nuova articolazione e la schiena».

Nell'attesa di poter organizzare degli eventi pubblici, ci sono biscotti, caramelle, cioccolatini, t-shirt e mascherine griffate Giovanni e poi le donazioni dirette in denaro.
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Il Gazzettino