VERONA - La Corte di appello di Venezia - competente per Verona - ha ordinato al sindaco Federico Sboarina di riconoscere i due "padri" di un bambino nato in Canada da...
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«Penso che la necessità, per un bambino, di avere una madre e un padre sia un presupposto fondamentale e irrinunciabile», osserva il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana, che peraltro è veronese, «a tal fine bene fa il Comune a valutare l’opportunità di impugnare la sentenza. Dico inoltre che sarà mia intenzione combattere la pratica dell’utero in affitto in tutte le sedi opportune, ritenendo la cosa - sia per i bambini sia per la donna - gravemente lesiva della dignità umana».
Il bambino è nato tre anni fa grazie alla gestazione "per altri" ed è stato concepito con il seme di uno dei due uomini (che si sono sposati sempre in Canada), e l’ovulo di una donatrice. La legge sulla maternità surrogata canadese permette il riconoscimento della doppia paternità in due tempi: l’atto di nascita del bimbo era stato dapprima redatto con solo il padre biologico, poi i due papà italiani «a seguito del ricorso presso la Corte Suprema della British Columbia» hanno ottenuto «una sentenza nella quale si dichiarava - ricostruiscono i magistrati di Venezia nell’ordinanza - che entrambi i ricorrenti sono genitori del minore, mentre né la donatrice dell’ovocita, né la cosiddetta madre gestazionale sono madri del medesimo, e, conseguentemente, l’atto di nascita veniva in tal senso emendato».
Poi i papà si sono rivolti all’anagrafe del Comune di Verona, che però ha rifiutato di correggere l’atto che conteneva un solo genitore.
Il Gazzettino