VO' (PADOVA) «Egregio presidente Mattarella, a scriverle è un bambino di soli dieci anni che ultimamente ha avuto un bel po' di cambiamenti nella sua...
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LA QUARANTENA
Marco Bagno abita a Lozzo Atestino, ai piedi dei colli euganei al confine con Vo', e ieri mattina si è presentato all'istituto comprensivo Guglielmo Marconi per la prima campanella. In tasca teneva una lettera speciale, scritta in due copie. Una per lui e una per il Presidente, consegnata nel pomeriggio agli uomini del Cerimoniale. «Sono sempre stato un bambino molto solare, spensierato, simpatico e molto sensibile - scrive Marco - Tutto è cambiato alla fine di febbraio, quando in un paese confinante al mio c'è stato il primo caso di un signore venuto a mancare a causa del Coronavirus. La mia mamma nei giorni precedenti era stata in ospedale a Schiavonia, accompagnata da papà, perché si era fatta male ad un piede, ma era stata anche al mercato ed in vari posti a Vo'. Da lì hanno iniziato parecchie mie paure. Dopo qualche giorno la mamma ha iniziato a stare davvero male, seguita poi da papà. Lì io ho iniziato a preoccuparmi molto. Persone che sembravano astronauti sono venuti a farci i tamponi a casa. Siamo risultati tutti e quattro positivi».
Persone che sembravano astronauti, già. Ma non era fantascienza, era realtà. «Dopo qualche giorno mamma e papà non respiravano bene e siamo stati portati tutti e quattro in ambulanza in ospedale a Padova, ma una volta arrivati ed averci auscultato i polmoni e averci detto che non avevamo complicazioni, ci hanno dimessi perché non c'era più posto. Ero molto agitato e spaventato perché non sapevo dove ci avrebbero messo e cosa avrebbero fatto a mamma e papà. Abbiamo passato un periodo davvero difficile».
I SINTOMI
È la mamma Mirian Manpreso, 35 anni, ad accarezzarlo e approfondire: «Io ho avuto febbre alta e difficoltà respiratorie molto serie. Hanno avuto sintomi anche Marco e mio marito, mentre il piccolo Jacopo è stato asintomatico. Ora posso ammetterlo: quando sono risultata positiva ho pensato davvero di morire. In quei giorni di marzo si sapeva davvero poco di questo virus. La malattia per noi è durata 20 giorni, l'isolamento 45».
Riprende la parola il piccolo Marco, con la voce ancora tremante ma con gli occhi fieri: «Fortunatamente il mio preside che è molto all'avanguardia non ci ha lasciati soli. Da subito si è messo in moto e abbiamo iniziato a fare scuola on line, prima tutti insieme e poi divisi in gruppi. Ho partecipato ad un concorso che ha fatto la scuola, dove ho creato un video raccontando la mia storia e ho vinto il primo premio. Ora sta per iniziare il nostro nuovo anno scolastico, con la speranza che questa terribile pandemia che ha colpito la nostra bella Italia non si ripresenti più». La voce non trema più, Marco corre felice. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino