Venezia. Il bambino migrante di Basky resturato da Banca Ifis. Sgarbi: «Mio compito tutelare l'opera»

Il murales di Bansky a Venezia
VENEZIA - «Sarà la Banca Ifis, legata alla famiglia Agnelli e con una vocazione legata alla Biennale, a finanziare i lavori di restauro e di messa in sicurezza di...

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VENEZIA - «Sarà la Banca Ifis, legata alla famiglia Agnelli e con una vocazione legata alla Biennale, a finanziare i lavori di restauro e di messa in sicurezza di "Il Bambino migrante", il murales che Banksy ha realizzato a Venezia nel maggio 2019». Lo ha annunciato il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi alla conferenza stampa dove sono stati presentati i dettagli sull'operazione di restauro dell'opera di street art che il celebre artista britannico ha dipinto su una parete a pelo d'acqua nelle vicinanze di Campo San Pantalon, nel Sestiere Dorsoduro a Venezia. "Il Bambino migrante" è una delle due sole opere di Banksy presenti in Italia e il suo restauro è stato fortemente voluto dal sottosegretario Sgarbi: «il murales, che riproduce un bambino migrante, si stava deteriorando per l'umidità - ha commentato Vittorio Sgarbi -. A segnalarmi la fragilità dell'opera sono stati Luigi Brugnaro, il sindaco di Venezia, e Luca Zaia, il presidente della Regione Veneto. Ma poiché l'opera ha meno di 70 anni e l'autore è vivente - prosegue Sgarbi - la Soprintendenza non poteva agire. Mi sono attivato subito e ho ottenuto la disponibilità della fondazione bancaria Ifis che coprirà le spese di restauro dell'opera e della facciata dell'edificio. Non ci interessa avere il consenso al restauro, dal momento che, tra l'altro, il murales è stato realizzato abusivamente. Mi assumo dunque la responsabilità dell'intervento - termina il sottosegretario - avendo la delega sull'arte contemporanea, ed è mio compito tutelarla». «La banca che rappresento ha sede a Venezia - ha commentato il presidente Ernesto Fürstenberg Fassio - e l'opera di Bansky è pubblica, di tutti; ecco perchè l'intervento di conservazione e restauro del murale e della facciata che lo ospita diventa ancora più importante; abbiamo la responsabilità, nel collaborare con istituzioni pubbliche e private, di conservare l'arte e la cultura a Venezia». Durante la presentazione è sorto un interessante dibattito sull'arte contemporanea e il suolo pubblico: è giusto intervenire su un lavoro abusivo? Va staccato e portato in un museo o lasciato dove è nato? Per il sottosegretario Sgarbi bisogna salvare il salvabile, anzi bisogna intervenire tempestivamente per restaurare l'opera muraria perché vale, in quanto è un'opera che interessa alla gente. Anche la proprietà del Palazzo, rappresentata dall'avvocato Jacopo Molina, aveva già chiesto dopo appena un mese dalla realizzazione dell'opera un intervento di difesa e, oggi, di restauro nella speranza che questo intervento del Ministero possa essere una buona pratica anche per altre opere. 

Il plauso di Zaia

Zaia, esprime il suo plauso per i lavori di restauro. « Venezia - osserva Zaia - è unica al mondo ed è un unico capolavoro pulsante. Non è un contenitore di testimonianze passate ma una città che vive ed è protagonista del presente; per sua natura, quindi, è anche luogo privilegiato per l'arte contemporanea. Un dettaglio che Banksy ha ben compreso riservandole uno di quelli che si ritengono i suoi due soli murales in Italia. Non posso che esprimere soddisfazione per i lavori di conservazione che assicureranno la sopravvivenza dell'opera dell'artista inglese, unendo un sentito ringraziamento al sottosegretario Sgarbi per l'interessamento e a Banca Ifis per l'intervento finanziario che renderà possibile il restauro». Per Zaia «è un'opera dei nostri tempi, realizzata da un autore vivente ma è un'importante testimonianza artistica dei nostri tempi. L'idea di salvarla dal deterioramento si è innescata in un incontro a cui ero presente, trovandomi sulla stessa linea del sottosegretario Sgarbi e del Primo cittadino. Ancora una volta la sinergia tra pubblico e privato ha prodotto un risultato positivo che consentirà anche nel futuro di godere di un'opera d'arte fragile e altrimenti destinata a deteriorarsi».

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Il Gazzettino