Due bambini punti da una zecca, l'allarme: «C'è un grande aumento dei casi»

Due bambini dell'hinterland trevigiano sono stati morsi da una zecca sviluppando la borrelliosi
TREVISO - Due casi di Borrelliosi da inizio anno. Due bambini, uno di 7 anni dell’hinterland trevigiano, l’altro di 8 anni del vittoriese, che hanno manifestato...

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TREVISO - Due casi di Borrelliosi da inizio anno. Due bambini, uno di 7 anni dell’hinterland trevigiano, l’altro di 8 anni del vittoriese, che hanno manifestato l’eritema migrante, uno dei principali segni della Borrelliosi o malattia di Lyme, malattia batterica trasmessa dal morso della zecca. Il primo è stato sottoposto ai necessari trattamenti senza la necessità di ricovero; il secondo, invece, ha dovuto sottoporsi alle cure mediche in ospedale. Entrambi ora stanno bene. Grande lo spavento per questi piccoli e per le loro famiglie.


L’ESPERTO

«Prevenzione ed informazione sono importanti per prevenire il morso di una zecca e le malattie che queste possono trasmettere» sottolinea il dottor Davide Gentili del servizio di igiene e sanità pubblica dell’Usl 2. Due sono le malattie che una zecca – in particolare quelle del genere ixodes - può trasmettere all’essere umano: la Borrelliosi, batterica, e il virus della Tbe (meningoencefalite da zecche). «La Borrelliosi – spiega il dottor Gentili – si manifesta nel 60/70% delle persone morse da una zecca infetta con un eritema migrante, un eritema che si espande piano piano, a cerchi concentrici rossi e bianchi come un tiro a segno. Da inizio anno abbiamo avuto due casi di malattia batterica, mentre al momento non abbiamo segnalazioni di Tbe, sempre trasmessa da zecche infette. Se per il bellunese il rischio è alto, 5 casi su 100mila abitanti, il rischio Tbe scende nella Marca a 2 casi su 100mila, anche se la zona prealpina è assimilabile per rischio al bellunese. Ma per fortuna per la Tbe esiste un vaccino efficace al 98,9%, cosa che invece non c’è ancora per la Borrelliosi. Per entrambe le malattie si può fare prevenzione e soprattutto rimuovere la zecca entro le 36 ore, senza romperla e senza metterci prodotti come etere che possono aumentare il rischio di infezione».


I CONSIGLI

La prima importante azione è proteggersi. «Vestirsi in modo adeguato, soprattutto nelle aree a rischio, quindi pantaloni lunghi: la zecca non salta, ma si appoggia percependo la C02 che il nostro corpo emana, il sudore, le vibrazioni. Evitiamo percorsi fuori sentiero, dove l’erba è alta. Sull’abbigliamento – il consiglio del medico – applicare prodotti repellenti a base di permetrina che uccide la zecca appena si appoggia, mentre sulla pelle repellenti a base di dietiltoluamide. Se si mette la crema solare, prima questa poi il repellente. E quando si rientra da un’escursione, controllare il corpo: il morso non è doloroso, ma si rischia di scoprire la zecca dopo qualche giorno, dopo che ha già mangiato il sangue». Per le categorie a rischio – come taglialegna, chi lavora nel bosco o con gli animali – la vaccinazione è gratuita. Se durante il periodo Covid la casistica delle malattie trasmesse dalla zecca era diminuita, ora si è tornati ai livelli pre-pandemia. «Abbiamo avuto – conclude il dottor Gentili – un aumento dei casi anche per la sensibilità diagnostica e per l’aumento di animali selvatici portatori di questo acaro».

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Il Gazzettino