Bambini e cellulare, il 70 per cento lo usa già a partire dai due anni

Bambini e cellulare, il 70 per cento lo usa già a partire dai due anni
PADOVA - Il 70% dei bambini già all’età di due anni passa troppo tempo davanti allo schermo di un telefono o di un apparecchio elettronico. A confermare...

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PADOVA - Il 70% dei bambini già all’età di due anni passa troppo tempo davanti allo schermo di un telefono o di un apparecchio elettronico. A confermare questo fenomeno è Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’Azienda ospedaliera di Padova, che da cinque anni promuove un progetto sugli stili di vita corretti con un gruppo di venti specializzandi in Pediatria con l’obiettivo di dare applicazione al documento “Carta di Padova per la salute dei Bambini” attraverso una serie di interventi culturali e formativi di prevenzione primaria. Gli studi presentati negli incontri riportano che il 60% dei bambini ha il primo telefono attorno ai 10 anni, mentre il 28% addirittura prima. E il 54% dei possessori di un telefono inizia a usare la rete e i social tra gli 11 e 12 anni.

L’ANALISI

L’utilizzo di apparecchi elettronici in età pediatrica (intorno ai 2 anni) può causare una serie di problemi. «Questo fenomeno, dall’inglese screen-time, è un problema emergente che ha conseguenze negative nei bambini piccoli - spiega Baraldi - Già oltre il 70% dei bambini usa il telefono dei propri genitori a soli due anni. Molto spesso i genitori sono convinti che se il proprio figlio è bravo a usare il telefono sia intelligente ma questo è un falso mito che bisogna sfatare». Inoltre l’utilizzo degli apparecchi elettronici comporta una serie di problemi nello sviluppo del linguaggio, insonnia e dipendenza. «Passare tanto tempo davanti agli schermi a soli due anni è associato ad un ridotto sviluppo di zone nella sostanza bianca che supportano il linguaggio e la capacità di saper leggere - continua - Mentre la luce blu emessa dal cellulare inibisce la produzione dell’ormone del sonno, la melatonina, creando insonnia nei bambini e questo può sfociare nel lungo periodo in ansietà, depressione, obesità e ridotta attenzione. «E l’uso frequente può creare dipendenza che si riconosce nel momento in cui il bambino piccolo piange quando gli viene tolto il telefono oppure quando lo vuole sempre usare. In questi casi bisogna completamente disintossicarsi e non dare più il telefono al bambino. Addirittura in Giappone c’è uno studio che correla lo screen-time allo spettro autistico» conclude.

COME COMPORTARSI

Le regole e i giusti comportamenti da attuare secondo Baraldi sono: «I genitori devono assolutamente evitare di usare i video per intrattenere i propri figli, questo vale anche per i nonni e le babysitter - continua - Poi assolutamente “no” al telefono ai bambini prima dei 12 anni. Tra i 2 e i 5 anni è raccomandabile stare meno di un’ora nel utilizzo di apparecchi elettronici, mentre dopo i sei anni meno di due ore al giorno. I bambini è bene che passino le giornate a giocare all’aria aperta e praticando sport. Assumere stili di vita corretti fin dall’infanzia è compito dei genitori che devono guidare i figli nel percorso corretto in un’ottica di prevenzione primaria».

I PIÙ GRANDI

Non solo i bambini piccoli. Nove giovani su dieci utilizzano tanto il telefono e la rete, il 5% ne è dipendente. «L’uso continuo e frequente di apparecchi elettronici da parte di adolescenti predispone ad una serie di problemi - continua l’esperto - Aumenta il rischio di depressione, di disturbi alimentari, di sovrappeso, sedentarietà, insonnia e predispone all’utilizzo di sostanze stupefacenti. Quello che bisogna fare è evitare l’utilizzo di dispositivi elettronici durante i pasti e un’ora prima di andare a dormire. Evitarli in camera da letto e spegnerli durante la notte». Per chi utilizza la rete senza controlli da parte dei genitori c’è anche il problema del cyberbullismo che indica più precisamente gli atti offensivi attraverso l’utilizzo dei social network e chat. «Questo fenomeno è sociale ed è patologico. Sicuramente è una nuova forma di comunicazione sbagliata che in mancanza di prevenzione e controllo può seriamente danneggiare i giovani» conclude.

 

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Il Gazzettino