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PADOVA - Il calcolo preciso è opera di Google Maps: un chilometro e cento metri di strada, un quarto d’ora di tragitto a piedi. Dalla English School di via Forcellini ad una casa di una strada laterale sempre nello stesso quartiere. Il problema è che a percorrerlo sono state tre bambine di sei anni, iscritte alla prima elementare, uscite dall’istituto lunedì attorno alle 13 senza che nessuno se ne accorgesse. Hanno camminato in strada in un orario sempre molto trafficato e hanno raggiunto la casa della nonna di una delle tre. È stata la donna, preoccupata, a chiamare la scuola quando se le è trovate in cortile.
Bimbe escono da scuola senza che nessuno le fermi
Il tam-tam tra i genitori si è scatenato immediatamente. È la seconda volta in poco più di tre settimane che l’istituto privato The English International School of Padua (Eisp) si trova al centro di fatti di cronaca che sollevano lamentele e malumori. Era già capitato a fine ottobre quando un bambino si era presentato alla festa di Halloween con la divisa nazista con tanto di svastica. Il caso divenne nazionale. «Voleva dare un messaggio sull’atrocità della guerra per i bambini» spiegarono i genitori. «Faremo più controlli, non capiterà mai più» garantirono i vertici dell’istituto. Ora la vicenda è totalmente diversa ma altrettanto delicata, perché in quel chilometro a tre bambine così piccole avrebbe potuto accadere qualunque cosa.
Le bimbe sono uscite senza che nessuno se ne accorgesse, pare premendo il pulsante che chiede l’apertura del cancello principale. L’assenza è durata tra i 30 e i 40 minuti ed è stata la nonna a chiedere che dalla scuola tornassero a prendere le tre bambine visto che erano ancora in orario di lezione. I genitori sono stati informati solo successivamente, una volta che le bimbe erano già tornate in classe.
La risposta della scuola
Giulio Rossi, dirigente dell’istituto, non cerca scuse. «È un fatto grave, non possiamo minimizzare e non può in nessun modo ripetersi. Ragioneremo sui provvedimenti da prendere». Potrebbero esserci anche provvedimenti disciplinari nei confronti di chi avrebbe dovuto controllare e impedire la “fuga” di tre bambine? «Questi sono aspetti interni - risponde -. Di sicuro abbiamo in mente di introdurre un nuovo sistema di videosorveglianza, già ci stavano pensando». Rossi si toglie però anche un sassolino dalla scarpa: «Dispiace che siano i genitori a comunicare questo fatto, non c’è alcun approccio costruttivo. Ci amareggia e non aiuta a costruire un rapporto di fiducia tra scuola e famiglie. Era meglio affrontare tutto internamente». La voce, però, correva di chat in chat tra i genitori già lunedì sera arrivando anche a tante famiglie padovane nemmeno legate alla English School. Tanti messaggi e una domanda: «Come è stato possibile?».
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