Vigonza. Bimba sottratta al padre, le ricerche disperate vanno avanti da 11 anni. L'appello di Andrea Tonello: «Presidente Meloni, mi aiuti»

La mamma l'avrebbe portata in Ungheria facendo perdere le proprie tracce: è stata condannata ma ancora non si trova

Andrea Tonello e Chantal
VIGONZA (PADOVA) - «Faccio appello alla Presidente Meloni, come rappresentante dell'Italia, ma soprattutto in quanto madre». È l'ennesima richiesta di...

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VIGONZA (PADOVA) - «Faccio appello alla Presidente Meloni, come rappresentante dell'Italia, ma soprattutto in quanto madre». È l'ennesima richiesta di aiuto che Andrea Tonello, 51 anni di Vigonza, lancia alle istituzioni nella speranza di poter finalmente ritrovare sua figlia Chantal. La bimba, ora 12 anni, è stata rapita dalla madre quando aveva appena 14 mesi. Sono passati 11 anni dalla scomparsa nel nulla di Chantal: era il 30 novembre del 2012 quando il papà Andrea, 53 anni, vide sua figlia per l'ultima volta. Perché dopo quel giorno sua moglie, Klaudia Ildiko Sallai, cittadina ungherese, portò la piccola con sé in Ungheria, negando ogni contatto con il papà e facendo perdere le proprie tracce. Da 11 anni Andrea non smette di pensare a sua figlia, immaginandola cresciuta, una quasi adolescente, e spera sempre di poterla riabbracciare. E non ha smesso di cercarla e di lanciare appelli, anche in televisione. «Chantal è viva, è mia figlia, porta il mio cognome, ma dall'Italia nessuno la cerca e la classe politica si è dimenticata di una bambina italiana sequestrata». Andrea si è rivolto anche al tribunale e a febbraio dell'anno scorso la madre di Chantal è stata condannata a 4 anni di reclusione e al risarcimento di 250 mila euro per aver sottratto la minore al padre. A maggio del 2022 anche la sentenza di condanna per sottrazione internazionale di minore è passata in giudicato ed a seguire è stato emesso un nuovo MAE, un Mandato di arresto europeo.

«Quel 30 novembre del 2012 è stato uno dei giorni più belli della mia vita, dopo la sua nascita - racconta Andrea, agente di commercio di Vigonza -. Chantal mi ha regalato i suoi primi passi, ed è stata anche l'ultima volta che l'ho tenuta tra le mie braccia, che l'ho baciata, coccolata. Ed è stata anche l'ultima volta che l'ho vista. Spero sempre in cuor mio che lei sappia che la cerco e che le voglio un bene infinito e che mi manca ogni singolo giorno: vorrei farle conoscere la sua sorella che ha 8 anni e che mi chiede sempre di Chantal».

Il sequestro di Chantal

La storia di Andrea, imprenditore di Codiverno di Vigonza e di sua figlia Chantal inizia a novembre del 2012 quando la madre, Klaudia Ildiko, di origine Rom, oggi 40enne, va in Ungheria con la piccola, portandola via dall'Italia e dal padre. Da allora è iniziato il dramma di Andrea. La bambina ha compiuto 12 anni lo scorso 15 settembre e ad ogni compleanno il suo papà le prepara la torta e spegne le candeline per lei, insieme alla sua nuova famiglia. «Ho combattuto tanto per riaverla, e l'ho fatto da solo - prosegue Andrea -, con tutto me stesso fino allo sfinimento. Chantal non è morta, cresce lontano da me. Mi addolora il fatto che nessuno la cerchi più. Possibile che a nessuna istituzione nazionale importi che una cittadina italiana di 12 anni sia praticamente sparita nel nulla e sia costretta a vivere come una latitante? Dell'esecuzione del mandato d'arresto non abbiamo notizie, probabilmente in Ungheria poco o niente è stato fatto. Ora con il mio avvocato, Chiara Balbinot, cercheremo, di nuovo, di prendere contatti con gli interlocutori del nuovo governo nella speranza di arrivare al Presidente del Consiglio che come madre conosce bene il legame tra genitore e figlio». Poi, il padre prosegue: «Non è dato sapere in che zona possa trovarsi mia figlia, intendo in che nazione. Quindi io stesso ho ridotto al minimo i miei viaggi in Ungheria. Secondo la polizia potrebbe essere ovunque e sono arrivati anche a prospettarmi cose folli: tipo che possa essere stata venduta o peggio, in quanto non si giustifica come la madre non abbia dato risposte nemmeno quando le era stato proposto di ritirare le denunce, e di accettare che Chantal rimanesse in Ungheria a patto di sapere qualcosa di lei e visitarla». 

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Il Gazzettino