Bimba di 7 anni annegata nel lago durante la gita del Grest, rinviate a giudizio suor Maddalena, la responsabile e due animatrici. Risponderanno di omicidio colposo

Mariia Markovetska
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REVINE LAGO (TREVISO) - Quattro rinvii a giudizio per la morte di Mariia Markovetska, la bimba ucraina di 7 anni morta nelle acque del lago di Santa Maria, a Revine Lago, il 28 luglio 2022 durante la gita del centro estivo organizzato dal Campus San Giuseppe di Vittorio Veneto.

Davanti al giudice finiranno la coordinatrice del centro estivo, Maria Baro (suor Maddalena), la responsabile dell’attività estiva Camilla Rizzardi e le animatrici che avevano il compito di vigilare i gruppi Simonetta Da Roch e Martina Paier. Archiviata invece in fase di indagine la posizione di un’altra animatrice, Tiffany De Martin.

I familiari della vittima hanno deciso di non costituirsi parte civile a processo

La prima udienza è stata fissata fra un anno, il 7 ottobre 2024. Tutte le imputate devono rispondere di omicidio colposo in quanto avevano organizzato l’escursione al lago di Santa Maria a Revine, con la previsione di far fare un bagno a tutti i ragazzini del Grest senza che fosse stato predisposto alcun servizio di soccorso balneare. Inoltre, dovranno rispondere del fatto che non erano state poste in essere garanzie minime di sicurezza come, ad esempio, l’accertamento delle capacità di nuotare dei bambini e dell’utilizzo di salvagenti.

Le due animatrici dovranno rispondere di non aver vigilato adeguatamente sul gruppo dei bambini a loro affidati definiti dal colore “yellow” al momento del bagno nel lago e non si sarebbero accorte tempestivamente dell’assenza di Mariia. 

Dalla fuga dalle bombe alla morte

Con la mamma e la sorellina nella primavera 2022 Mariia era arrivata a Vittorio Veneto, dove risiede la nonna, scappando dalla guerra che ha sconvolto l'Ucraina, mentre il papà era rimasto in patria chiamato a combattere. La serenità ritrovata qui in Italia è però durata poco, affondata in un lago dove la piccola era entrata in un pomeriggio estivo. Resisi conto che Mariia mancava all’appello dei bambini, erano scattate le ricerche, che si erano concluse di lì a poco con il ritrovamento del corpo della piccola da una coppia di turisti belgi, circa 50 minuti dopo che gli animatori avevano lanciato l’allarme. Inutile ogni tentativo di rianimarla. Nella chiesa della Consolata di Vittorio Veneto, dove la comunità ucraina cristiana di rito bizantino-greco-cattolico è solita riunirsi, la celebrazione di una messa per la piccola, la cui salma poi è stata riportata in patria.

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Il Gazzettino