BAGNOLO DI PO - Il tutor di Runzi sanzionava chi andava troppo veloce, ma le indagini sulla sua installazione non sono certo andate spedite, per svariati motivi, tanto che la...
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L’INCHIESTA
Ad avviare le indagini sarebbe stata, nel 2013, una lettera anonima. Nella quale si sosteneva, in sostanza, che la telecamera del tutor che dal 2010 al 2013 ha pizzicato gli automobilisti non in regola sarebbe stata a sua volta non in regola per quanto riguarda l’affidamento del servizio di installazione e gestione dell’apparecchio. Inizialmente la Procura aveva iscritto sul registro degli indagati ben 10 persone, compresi quattro assessori, poi però la richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata solo nei confronti di cinque. Con il non luogo a procedere per Caberletti, deciso anche per una delle accuse mosse ai fratelli Previato, sono finiti a processo solo in quattro. In prima battuta le contestazioni si sono incentrate sulle modalità di assegnazione dell’appalto e sulle modalità di conteggio delle quote, ma soprattutto sul fatto che poi la ditta vincitrice, la Cielle, avrebbe utilizzato un velomatic fornito dalla Sd Service, società che sarebbe di proprietà della ditta “Fratelli Previato Società Semplice”, della quale erano soci, appunto, il vigile e suo fratello, configurando non solo un subappalto non previsto in origine, ma facendo anche sì che il Stefano Previato ricevesse, nel 2011 e nel 2012, dei compensi nell’esercizio delle propri funzioni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino