Calcio, tra Abbazia-Badia è il derby degli sfottò

La t-shirt indossata dai giocatori dell'Abbazia contestata dai "cugini" dell'Us Badia
BADIA POLESINE - Calcio e rivalità, la maglietta “sfottò” fa esplodere un nuovo caso in città. Tutto nasce dai festeggiamenti dell’Abbazia,...

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BADIA POLESINE - Calcio e rivalità, la maglietta “sfottò” fa esplodere un nuovo caso in città. Tutto nasce dai festeggiamenti dell’Abbazia, che ha dominato e vinto il campionato di Terza categoria e poi anche la Coppa. Nel post partita giocatori, dirigenti e tifosi hanno esibito la maglietta con la scritta “Abbazia, la prima vera squadra di Badia Polesine”. Ai cugini dell’Us Badia, che militano in Promozione, quella frase non è andata giù e la polemica è scoppiata anche sui social. Dopo quelle della scorsa estate, per il mancato “Sì” a celebrare la fusione, ogni società ha continuato per la propria strada: Abbazia ai nastri di partenza della Terza per vincere subito, Badia sempre in Promozione per la salvezza. 


T-SHIRT GALEOTTA
A riaccendere la miccia, adesso, è la t-shirt incriminata. Alcuni tifosi magari possono sorridere ripensando alle rivalità, molto più accese, tra Roma e Lazio all’Olimpico, oppure a Inter e Milan che si contendono lo scudetto, o a Juve-Torino per la supremazia nella città della Mole. Anche a Badia, nel suo piccolo, il pallone è un affar serio: perché “il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti” come amava dire il grande allenatore Arrigo Sacchi. Michele Battaglia, presidente dell’Us Badia, è amareggiato: «Sono dispiaciuto. Invece di godersi la vittoria, l’Abbazia pensa a schernire gli altri. Ma i numeri ci danno ragione: con i dati Figc aggiornati dal 31 luglio 2021 al 30 marzo 2022, i nostri tesserati nel calcio giovanile sono 142 e quelli dell’Abbazia 74. Con la prima squadra siamo in Promozione, inoltre siamo in vetta agli Juniores e cerchiamo di far parlare il campo. L’Abbazia ha fatto tanti anni di lavoro nel giovanile, ma con gli Allievi sono ultimi e hanno subito 160 gol».


L’AMAREZZA
Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepresuidente Natale Ferrari: «Non è stato piacevole vedere le foto e quella scritta sulla maglia, ma non voglio rispondere alle provocazioni. Il mio unico rammarico, quando lascerò il calcio, è non essere riuscito a portare a termine la fusione con l’Abbazia - spiega l’ex presidente, che nell’estate 2020 ha passato il testimone a Battaglia -. Abbiamo fatto dei tentativi per cinque anni, ma ogni volta gli incontri sono sempre falliti: non diamo colpe a nessuno, ma purtroppo non è stato possibile».

 
I CUGINI


Sulla maglietta che ha scatenato le ire dei “cugini”, il presidente dell’Abbazia Gianpietro Trevisan respinge le accuse e puntualizza: «È stato mal intrepretato il senso della frase: la scritta “La prima vera squadra di Badia Polesine” significa che abbiamo un gruppo composto da ragazzi del territorio. Su una rosa di 22 atleti, 17 sono di Badia. Era il primo anno di Terza categoria e abbiamo vinto il titolo, ma c’è tanta strada da fare: noi andiamo in Seconda e il Badia è in Promozione». Trevisan passa al contrattacco: «Sono deluso perché nessuno del Badia mi ha chiamato per congratularsi per la vittoria del campionato. Sul progetto fusione nessun avvicinamento: per trovare un accordo bisogna essere in due, ognuno deve “mollare” un punto». Il patron dell’Abbazia chiude ricordando che «alla partita in casa contro la Rivarese, per festeggiare la promozione ho invitato il sindaco Rossi e la vice Giacometti che si sono presentati, mentre l’assessore allo Sport, Baldo non è venuto per motivi personali».

 

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Il Gazzettino