Badanti senza il green pass: ora è boom di licenziamenti

Badanti senza green pass: boom di licenziamenti
PORDENONE - L’introduzione dell’obbligo del green pass anche per badanti e altri lavoratori domestici (come colf e baby sitter) se da una parte mette in sicurezza...

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PORDENONE - L’introduzione dell’obbligo del green pass anche per badanti e altri lavoratori domestici (come colf e baby sitter) se da una parte mette in sicurezza molte persone assistite (spesso anche fragili in quanto anziani) dall’altra sta mettendo in difficoltà un numero sempre più elevato di famiglie. È infatti la stessa famiglia - nel caso delle badanti gli anziani assistiti o qualche loro familiare - a essere considerata dalla norma il datore di lavoro. Spetta perciò alla famiglia anche il controllo del certificato verde alla badante o alla collaboratrice domestica. E la difficoltà derivano anche dal successivo obbligo di “sospensione” della badante nel caso in cui sia sprovvista del green pass. «Una situazione - come informa Andrea Cum, dal Caf-Cisl Fvg cui fanno riferimento gli Sportelli badanti nelle diverse sedi territoriali regionali del sindacato - che ci ha portato negli ultimi dieci giorni a registrare un forte aumento di chiusure dei contratti da parte di famiglie e anziani assistiti. Si nota anche però - aggiungono dal “coordinamento” degli Sportelli in questi giorni tempestati di chiamate da parte delle famiglie alla ricerca di informazioni - un aumento di nuove aperture contrattuali. Significa che le famiglie si stanno muovendo ma è chiaro che in questa circostanza, magari tra il “licenziamento” della badante non vaccinata e l’arrivo di una nuova con il green pass, il rischio è di subire dei disagi».


MOLTI DISAGI
C’è poi il problema legato al fatto che diverse badanti, di origine romena o moldava o ucraina, sono sì vaccinate ma con il siero Sputnik che non è riconosciuto dalle autorità sanitarie ai fini del certificato verde. E c’è poi il problema dell’irregolarità di molti di questi rapporti di lavoro e del “nero”. «È chiaro - aggiungono dalla Cisl - che il problema esiste, ma questo è un dato che sfugge proprio in quanto irregolare. Ci sarà una quota di assistiti e di famiglie che rischiano pur di non andare incontro a disagi e pur di non perdere la badante». Per altro ora anche difficili da trovare munite di certificato vaccinale. I controlli devono essere eseguiti con l’App del telefonino. Esclusa per le famiglie, a differenza delle imprese per le quali il registro è di fatto numerico, la registrazione scritta quotidiana in quanto - secondo il Garante della privacy, sarebbe nominale. 


I QUESITI
Ma cosa succede se la badante che convive con l’assistito è sprovvista del certificato valido? E se invece dovesse risultare positiva al Covid? Il Governo è intervenuto pubblicando alcune Faq che aiutano a rispondere ai dubbi più comuni. Se la badante è convivente con il datore di lavoro e entro 5 giorni non presenta un Green pass valido dovrà abbandonare l’alloggio. Questo vale anche se la badante convive in forza del contratto collettivo nazionale che prevede, in alcuni casi, che il datore di lavoro fornisca anche il vitto e l’alloggio o, in alternativa, un’indennità sostitutiva. La mancata attribuzione del vitto e dell’alloggio o dell’indennità sostitutiva in questi casi è corretta, dato che non viene erogata la prestazione lavorativa. Se per cinque giorni la badante non fornisce un Green pass valido, il datore di lavoro può procedere alla sua sostituzione per 10 giorni, rinnovabili una volta. Viene così garantito il diritto della persona assistita di poter fruire senza soluzione di continuità della assistenza necessaria ricorrendo a un altro lavoratore idoneo.


SE È POSITIVA


Se la badante risulta positiva al Covid e convivente non potrà allontanarsi dalla casa nella quale vive. L’attuale normativa prevede infatti il divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena. Sui numeri regionali è difficile una stima, ma in Italia sono circa 1,6 milioni i lavoratori domestici, di cui 850mila regolari e 750mila in nero: la fotografia dell’Istat è su un settore che comprende essenzialmente tre figure professionali: colf, badanti e babysitter. La forza lavoro rimane composta prevalentemente da donne straniere (67,5%), ma negli è cresciuto il numero delle badanti italiane (da 36mila a 106mila) e oggi rappresentano il 24,3% del totale.

 

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Il Gazzettino