OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VENEZIA - È accusata di essersi approfittata dell'anziana signora presso la quale prestava servizio in qualità di badante, per farsi versare, a più riprese, complessivamente 127 mila euro, somma mai più restituita.
Una quarantenne di nazionalità moldava, Lucia Cojocaru, è stata chiamata a comparire ieri di fronte al giudice penale di Venezia, Stefano Manduzio, con l'accusa di circonvenzione d'incapace. Il processo si riferisce ad una vicenda accaduta nel periodo del lockdown dovuto al Covid, durante il quale l'anziana ottantasettenne era rimasta da sola in casa (il marito era scomparso l'anno precedente), con la figlia bloccata a Roma e nell'impossibilità di raggiungerla.
L'ACCUSA
In questo periodo, stando al racconto fatto nella denuncia, la badante le aveva confidato di essere seriamente preoccupata per il marito, asserito medico disertore in Afghanistan, che sarebbe stato tenuto in ostaggio e per liberare il quale non aveva i soldi necessari.
Ieri mattina al Palazzo di giustizia di Venezia l'ottantasettenne, costituita parte civile al processo con l'avvocato Andrea Franco, ha ricostruito l'accaduto non senza difficoltà in quanto soffre di problemi di udito. Quindi è stata ascoltata la figlia, la quale ha confermato quanto esposto dalla madre della denuncia presentata alla procura. Per finire è comparso in qualità di testimone il medico dell'anziana, il quale non è stato però in grado di fornire dati precisi sulle condizioni della donna nel periodo finito all'attenzione del processo.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Antonio e Gianmarco Bondi, vuole dimostrare che non vi è stata alcuna circonvenzione d'incapace e che Cojocaru è stata vittima a sua volta di una truffa sentimentale da parte di un'organizzazione, per la quale ha sporto querela. L'udienza proseguirà al prossimo 20 gennaio con altre testimonianze.
Il Gazzettino