Venezia. «Mio marito è tenuto in ostaggio in Afghanistan, mi servono soldi» e la nonnina dà alla badante 127mila euro

40enne di nazionalità moldava alla sbarra con l'accusa di circonvenzione d'incapace.

Venezia. «Mio marito è tenuto in ostaggio in Afghanistan, mi servono soldi» e la nonnina dà alla badante 127mila euro
VENEZIA - È accusata di essersi approfittata dell'anziana signora presso la quale prestava servizio in qualità di badante, per farsi versare, a più...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

VENEZIA - È accusata di essersi approfittata dell'anziana signora presso la quale prestava servizio in qualità di badante, per farsi versare, a più riprese, complessivamente 127 mila euro, somma mai più restituita.


Una quarantenne di nazionalità moldava, Lucia Cojocaru, è stata chiamata a comparire ieri di fronte al giudice penale di Venezia, Stefano Manduzio, con l'accusa di circonvenzione d'incapace. Il processo si riferisce ad una vicenda accaduta nel periodo del lockdown dovuto al Covid, durante il quale l'anziana ottantasettenne era rimasta da sola in casa (il marito era scomparso l'anno precedente), con la figlia bloccata a Roma e nell'impossibilità di raggiungerla.

L'ACCUSA

In questo periodo, stando al racconto fatto nella denuncia, la badante le aveva confidato di essere seriamente preoccupata per il marito, asserito medico disertore in Afghanistan, che sarebbe stato tenuto in ostaggio e per liberare il quale non aveva i soldi necessari. L'ottantasettenne ha riferito di essersi commossa e intenerita, accettando di aiutare la quarantenne prestandole somme di denaro a più riprese, versate attraverso bonifici bancari o ricariche su carta Postapay. La badante si sarebbe raccomandata con l'anziana affinché non facesse parola di questi prestiti con la figlia. E così è stato per alcuni mesi. Ma, ad un certo punto la figlia si è insospettita e, controllando il conto corrente della madre, si è accorta delle ingenti uscite ed è riuscita a farsi raccontare cosa era accaduto.

Ieri mattina al Palazzo di giustizia di Venezia l'ottantasettenne, costituita parte civile al processo con l'avvocato Andrea Franco, ha ricostruito l'accaduto non senza difficoltà in quanto soffre di problemi di udito. Quindi è stata ascoltata la figlia, la quale ha confermato quanto esposto dalla madre della denuncia presentata alla procura. Per finire è comparso in qualità di testimone il medico dell'anziana, il quale non è stato però in grado di fornire dati precisi sulle condizioni della donna nel periodo finito all'attenzione del processo.

La difesa, rappresentata dagli avvocati Antonio e Gianmarco Bondi, vuole dimostrare che non vi è stata alcuna circonvenzione d'incapace e che Cojocaru è stata vittima a sua volta di una truffa sentimentale da parte di un'organizzazione, per la quale ha sporto querela. L'udienza proseguirà al prossimo 20 gennaio con altre testimonianze.
 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino