VENEZIA - L'anno scorso Chiara Ferragni, quest'anno Baby K. Il 4 settembre 2019 la regina delle influencer calò al Lido per un documentario sulla sua vita,...
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Il video può servire?
«Sono grata agli autori per aver scelto una mia canzone, onorata di far parte di un progetto importantissimo. Perché il fenomeno del revenge porn è in aumento, durante il lockdown le vittime sono aumentate del 70 per cento».
Che consiglio darebbe alle vittime?
«Devono assolutamente parlarne. Non è facile, certo, perché è tale il senso di vergogna, di paura, di angoscia, che sembra non ci sia una via di uscita di fronte a un tradimento commesso dalla persona con cui si sta o stava assieme. Ma alle vittime voglio dire che non sono sole: devono avere fiducia, parlarne con la famiglia, se serve con un esperto».
Bisognerebbe anche far sapere che la porno vendetta in Italia è un reato, la legge è del 2019, si va nel penale.
«Serve un grande lavoro di educazione nelle scuole. Ma anche a casa. È molto urgente far capire che bisogna saper gestire immagini e video per evitare che un ex li renda pubblici».
Lei è molto attiva sui social, mai stata minacciata o oggetto di attacchi sessisti?
«Io i social li curo personalmente, ogni post lo scelgo con attenzione. Fa parte dell'essere personaggio pubblico ricevere purtroppo certi segnali. So di essere esposta, ma cerco di non dargli importanza».
Mai pensato di dedicarsi al cinema?
«Mi piacerebbe, tra l'altro i miei video me li scrivo io. In Inghilterra, dove ho studiato, per la maturità si poteva portare come esame Arte drammatica: ho preso il massimo dei voti. Adesso ho fatto la doppiatrice: sono Biancaneve nel film d'animazione Scarpette Rosse e i Sette Nani».
Il suo nuovo disco?
«È pronto, appena avrò la data renderò noto anche il nome».
Prima volta alla Mostra del cinema di Venezia?
«Primissima, sono felice. Questa di Venezia è un'edizione coraggiosa, sono stati bravi a organizzare il festival».
Com'è il rapporto con i fan ai tempi del coronavirus?
«Sono in difficoltà quando mi chiedono le foto perché devo proteggere me stessa e gli altri. Non si può stare attaccati, è rischioso. L'etica sociale è importantissima, altrimenti si rischia di vanificare i mesi in cui siamo stati tutti fermi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino