Comuni della Marca uniti: «Contro baby gang, risse e rapine serve il daspo»

Una baby gang, ora per loro scatta il daspo
TREVISO - Risse e coltelli, rapine, baby gang. La Marca mostra ultimamente un volto che ai sindaci non piace. Tanto è vero che sono corsi subito ai ripari. Hanno...

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TREVISO - Risse e coltelli, rapine, baby gang. La Marca mostra ultimamente un volto che ai sindaci non piace. Tanto è vero che sono corsi subito ai ripari. Hanno bussato alla porta del Prefetto. Che ha organizzato un vertice sulla sicurezza. Convocando i primi cittadini dei Comuni dove si sono registrati gli episodi più brutti: Spresiano, Castelfranco, Vittorio Veneto, Conegliano, Montebelluna e Treviso. Insieme al comandante provinciale dei carabinieri.


I DATI
I dati? Ce n'è uno che riassume le dimensioni del problema. Seppure di piccola entità, mostra una preoccupante dinamica in crescita. Si tratta delle risse. Ne sono state contate 12 in tutto il 2021. Ma quest'anno, nei primi sei mesi, ce ne sono già state 12 e il numero non potrà che lievitare nel corso dei prossimi mesi. «Attenzione a parlare di allarme e di baby gang. Sono termini forti per quanto sta accadendo. Se guardiamo in altre zone d'Italia ci rendiamo conto di cosa vogliano dire davvero criminalità e baby gang - attacca il sindaco di Spresiano Marco Della Pietra - Qui ci sono gruppi sparsi di ragazzini che eccedono, magari alle volte oltrepassando i limiti della legalità. Probabilmente il Covid ha fatto la sua parte insieme alla maggiore disattenzione delle famiglie oberate da mille problemi come sbarcare il lunario. Siamo in tempo per salvarli perchè dobbiamo distinguere dai fatti criminosi, rispetto a ragazzini che rappresentano fenomeni di disagio giovanile». Per poi concludere: «Vogliamo capire cosa succede e cosa fare. Ecco perchè abbiamo chiesto subito al Prefetto di riunirci».
LE ARMI

Dal vertice di ieri è emerso che i sindaci hanno alcune armi, tutt'altro che spuntate, da usare per tenere sotto controllo il territorio. Uno è il Daspo. E l'altro è il Daspo Willy. Proprio su questo fronte ha battuto il prefetto, Angelo Sidoti, chiedendo ai Comuni di modificare il regolamento di polizia urbana. Il sindaco si Castelfranco, Stefano Marcon, spiega: «I Comuni hanno la possibilità di inserire alcune zone da tenere sotto stretta osservazione nel regolamento di polizia comunale. In questo modo sarà più facile applicare il daspo e impedire a determinati soggetti di bivaccare davanti alla stazione ferroviaria oppure nei giardinetti. Per ora l'ha fatto solo Treviso e Conegliano. Ma lo faremo tutti». E parla poi dell'incontro di ieri come di un incontro proficuo e produttivo che serve per tenere alta l'attenzione e mantenere le buone pratiche che hanno fin qui garantito uno standard di sicurezza che è uno dei migliori in assoluto. Al vertice anche Conegliano. Il sindaco Fabio Chies ha le idee chiare: «La cosa importante per la città del Cima è ottimizzare le forze dell'ordine presenti sul territorio. Ed è quanto stiamo facendo». Poi, aggiunge: «In consiglio comunale abbiamo appena modificato il regolamento di polizia urbana, inserendo alcune aree che riteniamo più delicate. Non abbiamo applicato ancora nessun Daspo, ma la sola pubblicità del provvedimento è stata sufficiente. Alcuni soggetti si sono allontanati da soli dal Biscione, tanto per fare un esempio. Non volevano essere controllati, probabilmente. E si è liberato anche il piazzale delle corriere». Insomma, è come mortare il colpo in canna. Non c'è bisogno di spararlo, ma serve comunque come deterrente. Al vertice era presente anche il Comune di Treviso, nella persona del comandante della polizia locale Gallo. A Treviso, però, le risse non sono il problema principe. Il dato lo spiega bene: ce ne sono state 6 lo scorso anno e quest'anno sono 3. La memoria corre al settembre dello scorso anno quando i ragazzini, utilizzando i social, compreso Tik Tok, si davano appuntamento in centro per pestarsi di santa ragione. Un fenomeno che aveva alzato di non poco la tensione, ma che era anche durato poco. E, adesso, il vertice in Prefettura per non farsi trovare impreparati. Sono partiti i primi sei Comuni. «Abbiamo aperto la strada. Il prossimo vertice sicurezza sarà corale» concludono i sindaci.
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Il Gazzettino