Treviso diventa città blindata: alta tensione per le risse annunciate dalle baby gang

Treviso, risse tra baby gang
TREVISO - L'allarme scatta verso le 17,30, quando la folla di ragazzini dal centro storico rifluisce verso la stazione delle corriere e dei treni per il rientro a casa. In via...

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TREVISO - L'allarme scatta verso le 17,30, quando la folla di ragazzini dal centro storico rifluisce verso la stazione delle corriere e dei treni per il rientro a casa. In via Roma due ragazze discutono animatamente e vengono subito circondate da decine di coetanei vocianti: chi partecipa per l'una e chi per l'altra. L'atmosfera si surriscalda subito, parte qualche sberla, gli animi tra chi assiste si infiammano. Ma prima che tutto degeneri, le sirene di una pattuglia della Polizia locale squarciano l'aria; nel frattempo sul posto arrivano quattro vigili in divisa. Tra i ragazzini è un fuggi-fuggi generale e, in pochi secondi, il ring da strada torna semivuoto con gli agenti a presidiare. E poi, davanti al Duomo, altre scintille tra due ragazzini che si sono scambiati un paio di cazzotti veloci, anche qui subito calmati. Sono gli unici sussulti di una giornata vissuta ad alta tensione, con le forze dell'ordine pronte a sventare la minaccia di risse tra baby gang nel giorno dedicato alle passeggiate in centro delle famiglie. Alla fine sono stati 230 i ragazzi, quasi tutti minorenni, identificati.


Il centro assediato dalle baby gang

Una città intera si è ritrovata ostaggio di bande di ragazzini annoiati, che annunciano online rese dei conti nel cuore del centro storico, invitano i coetanei a radunarsi per assistere e per partecipare dopo aver avviato un tam-tam mediatico che ha riempito per giorni social da Tik-Tok, Instagram a Whatsapp. Richiami potenti. Solo una settimana fa hanno fatto confluire nel capoluogo della Marca un migliaio di giovani per lo più esagitati, che hanno attraversato le vie del centro a passo di carica accendendo scazzottate lungo il percorso, per poi arrivare davanti al Duomo dove solo un discreto schieramento di polizia e vigili ha riportato la calma. Ma quello è stato solo l'inizio. Già la sera stessa sono partiti video e appelli a ritrovarsi di nuovo la settimana seguente con la promessa di altri duelli: «Treviso è l'ideale per fare a botte», uno dei messaggi affidati alla rete. L'appuntamento era per ieri. E le forze dell'ordine erano pronte.


Sicurezza

«Il centro non verrà chiuso ma rafforzeremo i dispositivi di sicurezza», aveva annunciato il prefetto Maria Rosaria Laganà. E così è stato. A partire dalle 14,30, quando a Treviso iniziano ad arrivare le corriere e i treni che portano giovani e famiglie in centro, la città è disseminata da pattuglie dei carabinieri, volanti della questura e auto della Finanza. Poi il cordone alzato dalla Polizia locale con dieci pattuglie schierate tra uomini a piedi, in auto e in moto e un consistente numero di agenti a girare la città in borghese. Circa 500 i ragazzi arrivati in città. Nella centrale del comando dei vigili, dove confluiscono le immagine raccolte dalle telecamere di tutta la città, un operatore è stato dedicato alla sola vigilanza dei gruppetti di giovani. Un dispiegamento imponente, che ha rassicurato i commercianti: «Sinceramente - ammette la commessa di un negozio di abbigliamento di via Roma - oggi, con tutte queste divise in giro, ci sentiamo più sicuri».


Telecamere e videosorveglianza

La centrale operativa della Polizia locale ha dovuto affrontare un super lavoro. Dalle 14,30 in poi, l'agente incollato ai monitor ha scandagliato volti ed espressioni dei giovani in arrivo: «Controlliamo tutti i gruppetti formati da più di cinque ragazzi», ha ordinato Aurelio Valenti, vicecomandante incaricato del coordinamento delle operazioni. Ordine immediatamente girato agli uomini sul campo, che hanno fermato e chiesto documenti a decine di ragazzi. «Fate un passaggio con la body-cam in via Roma» è stata l'altra indicazione e la sola vista delle divise serve a gelare gli animi più combattivi. Il lavoro procede senza intoppi. Le pattuglie si muovono quasi telecomandate, le telecamere indagano anche gli angoli più bui e il coordinamento con le altre forze di dell'ordine avviene in tempo reale. Alle 16 l'apprensione è alle stelle: «Una settimana fa, a quest'ora, hanno cominciato a radunarsi. Alle 16,09 è arrivata la prima telefonata da parte di un residente preoccupato», osserva l'operatore davanti al video. Ieri in piazza Vittoria, dove sette giorni prima c'erano i primi trenta ragazzini pronti a mettersi in marcia verso piazza dei Signori, c'era una pattuglia dei carabinieri. È soddisfatto il sindaco Mario Conte: «Ringrazio tutti, la Polizia locale e le forze dell'ordine. Abbiamo dato un grande segnale di presenza, di tutela delle persone per bene e di tanti ragazzi. Grazie alle misure prese non è successo nulla. Abbiamo fatto capire che pensa di venire a Treviso per fare il furbo, viene beccato. Tutto è stato gestito ottimamente».

 

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Il Gazzettino