Baby gang, la comunità si schiera con don Martorel: «Qui illegalità, siamo abbandonati a noi stessi»

BORGO VALBELLUNA - Minacce, richieste di denaro, vessazioni. Si comportano così i bulli di Lentiai, un gruppo di ragazzini adolescenti con alcuni alunni delle medie...

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BORGO VALBELLUNA - Minacce, richieste di denaro, vessazioni. Si comportano così i bulli di Lentiai, un gruppo di ragazzini adolescenti con alcuni alunni delle medie imitando i “maranza” dei video sul web postati dalle baby-gang delle grandi città. Il caso è scoppiato con un video diventato virale dal parroco don Luca Martorel. Fenomeni noti in paese, come anche quello strano giro in centro: si vocifera di cessioni di droga a minorenni. È il problema più spigoloso e deleterio per la comunità che ha fatto drizzare le antenne ai frequentatori della piazza, nonni e genitori, che hanno iniziato a insospettirsi e hanno riferito al parroco ed autorità competenti questi strani movimenti in paese. Ora il prete che ha convocato un incontro per mercoledì alle 20,30 in oratorio, ha fatto scoppiare il caso e ha raccolto ieri applausi virtuali su Internet. Dalla consigliera comunale Milva Tremea che ha scritto in un primo messaggio molto forte: «Grazie don Luca, grazie per il suo interesse per i ragazzi. Quando il territorio viene occupato dall’illegalità significa che è stato lasciato solo. In primis dalle istituzioni». Poi però dopo qualche ora è stato modificato con un semplice: «Grazie». E una marea di post con le parole: «Io sto con don Luca Martorel». E ancora. «Coraggio e determinazione non mancano al nostro Don Luca Martorel che ha messo la faccia su una tematica molto delicata e triste della nostra realtà. Ora istituzioni e cittadini facciano la loro parte per affrontare questo problema ed aiutare le famiglie coinvolte».


IL SINDACO


«Ringrazio il parroco don Luca per l’iniziativa che abbiamo concordato assieme - afferma il sindaco Stefano Cesa, parlando dell’incontro di mercoledì -. Questo perché è necessario richiamare tutti alle proprie responsabilità e ai propri doveri. Oggi più che mai è importante riedificare il senso di comunità. E per far questo è importante iniziare dalla famiglia promuovendo e dedicando tempo e attenzione al dialogo tra figli e genitori. Allo stesso tempo è necessario stimolare, ciascuno per il proprio ruolo all’interno della comunità, a intraprendere comportamenti e atteggiamenti utili a prevenire e contrastare fenomeni di bullismo, prepotenza, degrado degli spazi pubblici per arrivare a possibili episodi di spaccio. In altre parole tutti siamo chiamati a fare la nostra parte attiva, e non voltarci dall’altra parte, per contribuire a migliorare la sicurezza urbana dei nostri paesi». E conclude: «Il tema va affrontato con serietà e grande senso di responsabilità, senza fomentare allarmismi sociali perché fortunatamente abbiamo un’efficace sistema di sicurezza grazie alle nostre forze dell’ordine, in particolare i carabinieri, sempre molto presenti nel territorio. Ma tutti, assieme, dobbiamo fare la nostra parte». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino