E' tornata la baby gang in centro. Nuove leve al comando dopo gli arresti

Il fermo di un giovane avvenuto l’altro giorno vicino al Museo M9
MESTRE - Un quindicenne straniero residente a Favaro fermato in piazza Barche con in tasca un tirapugni e denunciato per porto abusivo di armi. Un ventiduenne moldavo anche lui...

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MESTRE - Un quindicenne straniero residente a Favaro fermato in piazza Barche con in tasca un tirapugni e denunciato per porto abusivo di armi. Un ventiduenne moldavo anche lui finito agli atti della procura di Venezia per aver offeso e spintonato un agente della polizia locale. E attorno a loro gruppi di ragazzi e ragazze - una cinquantina in tutto - che con il passare del tempo e con la fine del lockdown si stanno facendo conoscere per vandalismi e comportamenti da bulli. 

Sono i nuovi virgulti di quelle baby gang che per mesi, tra la fine del 2018 e l’aprile 2019, hanno tenuto in scacco Mestre e Venezia a furia di pestaggi insensati, aggressioni e spaccate. Il meccanismo è semplice, identico a quello dei più consolidati gruppi criminali: con i boss in carcere dopo i continui blitz di un anno fa, le seconde leve che prima restavano nell’ombra, si stanno guadagnando sul campo i galloni di capo. «Come succede nelle organizzazioni, una volta messi fuori gioco i vertici, chi era immediatamente sotto nella scala gerarchica prende il loro posto» conferma il comandante della polizia locale di Venezia, Marco Agostini. Perché dopo mesi di silenzio, la violenza di strada sta riemergendo, anche se finora non è sfociata in episodi simili ai pestaggi nelle calli e il centro storico è tornato a essere più sicuro. Non Mestre, però. «Il fenomeno che abbiamo sotto gli occhi - continua il comandante Agostini - è di una delocalizzazione verso le periferie della città di fatti che prima avvenivano in centro».
I PUNTI DI RITROVO Quello che doveva essere un luogo di cultura ha vissuto una legge del contrappasso diventando punto di aggregazione di questi nuovi gruppi di bulli. La zona attorno all’M9 infatti e uno dei luoghi prescelti dai giovani violenti per darsi appuntamento e passare le giornate, ora che la clausura da coronavirus è già un ricordo.
Lì sabato scorso è stato fermato e denunciato il ventiduenne moldavo che ha prima aggredito un coetaneo e poi malmenato un agente della Municipale che, intervenuto per sedare la rissa, lo aveva ripreso per non aver indossato la mascherina. Poi piazza Barche, sotto la colonna della Sortita, già luogo di culto della vecchia baby gang mestrina. E ancora le zone dell’Osellino e del Canal Salso, scelte per i raid nelle barche ormeggiate.
IL PRETESTO Che tra le vecchie baby gang e questa seconda edizione post-Covid ci sia un legame netto, lo dicono non solo le carte delle nuove denunce in cui compaiono nomi inseriti già nei vecchi fascicoli sui giovani violenti, ma anche gli atteggiamenti degli stessi ragazzi, come la ricerca spasmodica di un futile motivo per dar sfogo a una violenza gratuita. 

Prima il messaggio in codice per dare il via all’aggressione era la richiesta di una sigaretta. Ora sono i commenti offensivi lanciati alle vittime predestinate. Così è successo sabato scorso quando il ventiduenne, accerchiato e sorretto da una decina di coetanei, ha fatto apprezzamenti poco lusinghieri su una ragazza che passava in via Poerio. Quando il suo fidanzato ne ha preso le difese, la violenza si è scatenata contro di lui e sull’agente della polizia locale che si era messo in mezzo. E a cosa serviva il tirapugni sequestrato ad un quindicenne di Favaro che si era dato appuntamento con quaranta coetanei in piazza Barche? L’ipotesi è quella dello spaccio. Accusa che è stata rivolta a due maggiorenni della Gazzera, già luogotenenti della baby gang mestrina, arrestati dalla locale settimana scorsa per dodici dosi di marijuana, confezionate in una scatola di metallo. Droga, quindi. Forse l’ennesimo salto di categoria dei nuovi giovani violenti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino