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VENEZIA - Si concentrerà nell’analisi delle telecamere di sicurezza installate nelle zone della movida veneziana l’indagine della polizia su quanto accaduto sabato sera non distante da campo Santa Margherita.
Poco dopo le 17 una quindicina di minorenni, ubriachi, avevano infastidito quanti transitavano per campo Santa Margherita. Dopo aver gettato per terra sedie e tavolini di un locale chiuso si sono diretti verso la chiesa dei Carmini. Urlando, sono entrati mentre erano in corso le confessioni prima della messa creando scompiglio. Dal racconto dei testimoni, nessuno dei ragazzi della baby gang era tra i volti noti veneziani e anche l’accento portava lontano da Venezia e Mestre. Azioni, le loro, senza uno scopo, dettate forse dall’alcol.
«Stiamo vivendo in un Paese che non ha leggi e forze dell’ordine adatte, i genitori non hanno educato i figli. Quello che è successo sabato pomeriggio è la prova che non ci sono regole o comunque non sono fatte rispettare quelle poche che ci sono. Questi delinquenti non hanno il senso della misura perché si sentono comunque impuniti. Loro sfidano e insultano perché sanno che sono impuniti. Offendono tranquillamente gli uomini in divisa, non c’è rispetto, manca l’educazione». Commenta così l’episodio di bullismo di sabato pomeriggio in campo Santa Margherita il portavoce degli esercenti del campo, Paolo Friselle.
«Anche altre volte baby gang sono arrivate in campo – spiega Friselle - e sempre hanno cercato di accendere discussioni, specialmente nei locali ma normalmente trovavano gli steward che riuscivano a gestirli e a calmarli. Se adesso cominciano a prendere di mira le chiese e i luoghi sacri, già dal pomeriggio, vuol dire che qualche carica dello Stato deve farsi qualche domanda e capire come risolvere il problema. Di fronte a 15-20 giovani alterati la polizia municipale, normalmente presente in campo con degli agenti, non ha la forza di intervenire. Ho visto con i miei occhi gente insultarli pesantemente e loro rimanere impassibili. Posso capirli».
Friselle è convinto che se non si interverrà facendo rispettare le regole andrà sempre peggio: questi ragazzini si sentiranno sempre più liberi di agire come vogliono. «La situazione non è sotto controllo - conclude il portavoce degli esercenti - anche sabato dopo mezzanotte, a locali chiusi, erano ammassati in campo senza mascherina a bere e urlare.
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Il Gazzettino