Baby gang a Treviso. Il supermercato Pam contro i bulli: accessi limitati «altrimenti è una giungla»

Baby gang a Treviso. Il supermercato Pam contro i bulli: accessi limitati «altrimenti è una giungla»
TREVISO - Tensioni e disordini tra baby gang: il Pam di viale Fiumicelli fa scattare il “piano anti bulli”. Ingressi contingentati il sabato pomeriggio: i...

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TREVISO - Tensioni e disordini tra baby gang: il Pam di viale Fiumicelli fa scattare il “piano anti bulli. Ingressi contingentati il sabato pomeriggio: i ragazzini che si accalcano davanti al supermercato vengono fatti entrare a piccoli gruppi. E nei momenti critici, come l’intervento l’altro giorno, di un’ambulanza per soccorrere una cliente caduta, i minorenni vengono tenuti fuori. Il market ha già assoldato da tempo una guardia giurata per gestire i sabati pomeriggio. Ma dopo le feste natalizie la situazione è tornata a essere invivibile. L’altro giorno i “bulli” hanno ripreso a spadroneggiare nel “quadrante caldo” del centro: due ragazze di 15 e 17 anni si sono prese a botte mentre in largo Totila ci sono volute cinque pattuglie per disperdere la calca di ragazzi. A un certo punto i giovanissimi si sono radunati in corso del Popolo, tra Coin e Tigotà: un muro umano che ostacolava il passaggio delle auto. Sono 150 le persone identificate sabato dalla polizia di Stato, in gran parte minorenni arrivati da tutta la provincia. Tra loro anche le due ragazzine venute alle mani: i poliziotti le hanno identificate e riaffidate ai genitori. Di fronte agli agenti si sono chiarite e addirittura abbracciate in segno di distensione, dicendosi dispiaciute per quel litigio sfuggito di mano. 

Risse, alcol e scazzottate: centro ostaggio delle baby gang. Due ragazzine ferite e un minorenne ubriaco svenuto


I DISAGI 
«Di sabato è una giungla - dicono dal Pam -. I ragazzini si radunano a centinaia qua davanti. Vogliono entrare a frotte per comprare bibite e merendine. Hanno atteggiamenti arroganti, cercano di provocare scontri. Gli altri clienti fanno fatica a entrare, alcuni rinunciano proprio». Una volta guadagnato l’ingresso, tra i bulli c’è chi arraffa merce dagli scaffali e se la infila in tasca o sotto i vestiti mentre gli amici ridacchiano: snack, bottigliette, ma anche accessori per i capelli che le ragazze nascondono nella borsetta. C’è chi addirittura prende cibi pronti dalla gastronomia e se li mangia mentre girovaga tra le corsie, abbandonando poi le vaschette vuote dove capita. Quando poi arrivano alle casse, creano un collo di bottiglia: comprano una o due cose ciascuno, scontrini da pochi spiccioli, bloccando il resto della clientela. Senza contare poi chi, essendo già maggiorenne, compra alcolici da distribuire anche agli amici minorenni. Lo staff, insomma, ha il suo bel daffare a controllare a vista i giovanissimi per farsi restituire la merce in caso di furto e per scongiurare che si inneschino disordini. Non è difficile immaginare il livello di stress accumulato a fine giornata. A cui si aggiunge il timore che qualcuno di quelli che hai rimproverato nel pomeriggio sia fuori ad aspettarti, insieme ai suoi amici, per darti una lezione, come i più spacconi promettono di fare. Clienti e dipendenti del market sono esasperati: «Questa situazione va risolta prima che succeda qualcosa di irreparabile».


PREOCCUPATI
«Il Pam di viale Fiumicelli è un presidio sociale: se non ci fosse il market, questa zona sarebbe nel degrado più totale» sbotta una cliente mentre armeggia con le casse automatiche. Da residente, è preoccupata per le sorti del centro storico e anche per il destino degli immobili in cui ha investito: «Se la situazione rimane questa è chiaro che perderanno valore. C’è chi, come me, ha investito in appartamenti di pregio che però ora è difficilissimo vendere o affittare perché questa è considerata una brutta zona». 


Il malumore serpeggia anche tra i negozianti, stanchi che il sabato pomeriggio, tradizionalmente dedicato allo shopping e alle “vasche” in centro, sia rovinato dagli scontri fra gang. «Ho chiuso la bancarella alle 6 del pomeriggio perché era impossibile rimanere - racconta sconsolato il venditore di dolciumi che staziona in corso del Popolo -. I ragazzini impedivano alle macchine di passare, sbraitavano e a un certo punto si sono menati. La gente, spaventata, tornava indietro vedendo tutto quel casino. Non è accettabile. Servono più pattuglie non solo con presìdi fissi ma anche con agenti a piedi che monitorino di continuo questi assembramenti per evitare che scoppino risse o altri disordini. Il sabato per me era il giorno in cui gli affari andavano meglio, adesso invece è diventato il peggiore. Di sabato pomeriggio, dopo le 6, questa diventa la terra di nessuno». Nella rete dei controlli disposti sabato dalla questura è finito anche un 45enne sorvegliato speciale che aveva l’obbligo di dimora a Villorba. L’uomo, pluripregiudicato per reati contro la persona e contro il patrimonio, è stato arrestato a San Zeno per la violazione della sorveglianza e messo agli arresti domiciliari. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino