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L’INCONTRO
E proprio di questo tema ha parlato ieri il sindaco Conte anche con i presidi delle scuole superiori della città incontrati a Ca’ Sugana assieme all’assessore Sernagiotto. «In un momento in cui si parla soprattutto di chi fa confusione in città, ho voluto ricordare ai presenti come nelle nostre classi ci siano migliaia di eccellenze, di giovani che affrontano percorsi formativi importanti oltre che ricchi di opportunità e di progetti stupendi. Tutti realizzati con una qualità altissima, peraltro riconosciuta nei concorsi nazionali ed internazionali – spiega Conte - È comunque necessario prendere per mano anche le situazioni difficili o a rischio e in questo siamo fortemente motivati ad affrontare il disagio giovanile con tutte le forze a disposizione, coinvolgendo istituzioni, scuole e famiglie».
IL CASO VIDOTTI
Il primo esponente di Cà Sugana ha poi incontrato il Prefetto e anche l’avvocato Barbara Vidotti, nei giorni scorsi vittima di uno spiacevole episodio di violenza verbale lungo il portico di Borgo Cavour. «Ringrazio tutti quei cittadini che ci segnalano gli episodi di delinquenza giovanile che avvengono in città - continua Conte – Da un episodio negativo spesso i residenti si mettono a disposizione per risolvere i problemi, che è quello che dobbiamo fare agendo da comunità. Dobbiamo però spegnere i riflettori mediatici su certi episodi, perché in questo modo non si fa altro che il gioco delle baby gang il cui obiettivo è quello di farsi notare apparendo in tv e giornali». «Ognuno deve comunque fare la propria parte, dai genitori ai ragazzi che devono assumere un atteggiamento responsabile - chiosa Conte – Proprio per questo sono necessari tavoli di confronto che portino ad iniziative per andare incontro alle esigenze di questi giovani, dai 13 ai 15 anni, che saranno gli adulti del domani. Dobbiamo perciò lavorare affinché diventino cittadini modello e non dei novelli pregiudicati». Per il sindaco Mario Conte, infatti, questi “delinquenti in erba” devono essere intercettati prima che nascano i problemi di ordine pubblico emersi negli ultimi mesi, fermo restando la necessità che gli stessi ragazzi capiscano che non possono vivere la loro prima parte di vita come una sfida nei confronti delle istituzioni e delle persone che li circondano, ma bensì con tutto il rispetto del caso.
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Il Gazzettino