Baby bulli a Ponzano Veneto, salgono di notte sul tetto della scuola media Galilei. Le foto dell'impresa virali nelle chat dei residenti

Baby bulli a Ponzano Veneto, salgono di notte sul tetto della scuola media Galilei. Le foto dell'impresa virali nelle chat dei residenti
PONZANO VENETO (TREVISO) - Sono saliti di notte sul tetto della scuola media Galilei di Ponzano. Apparentemente senza alcun motivo: per vedere l’effetto che fa....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PONZANO VENETO (TREVISO) - Sono saliti di notte sul tetto della scuola media Galilei di Ponzano. Apparentemente senza alcun motivo: per vedere l’effetto che fa. È quanto accaduto nei giorni scorsi. Alcuni ragazzi sono entrati nel cortile e di seguito si sono inerpicati su una scala di servizio esterna, fino a raggiungere la copertura dell’edificio scolastico. In quel momento l’allarme non era attivo, altrimenti sarebbero partite le sirene. Nonostante il buio, però, dei residenti nella zona hanno fotografato i movimenti. Nelle immagini si vedono in particolare due giovani, uno dei quali con il cappuccio alzato sulla testa. E ora le foto stanno rimbalzando sulle varie chat


IL PRECEDENTE
L’anno scorso la stessa scuola media di Paderno, tra via Cicogna e via della Costituzione, era già stata al centro di due veri e propri raid vandalici. In quelle occasioni qualcuno aveva sfondato una vetrata, lasciato delle incisioni sul muro in cartongesso e portato via un computer. Il Comune era corso ai ripari proprio dando indicazione all’impresa di togliere la scala che portava al tetto, individuata come elemento critico. «Proprio con l’obiettivo di evitare comportamenti del genere, che purtroppo erano già successi – spiega il sindaco Antonello Baseggio – ma in questi giorni sono in corso i collaudi degli impianti, come quello fotovoltaico e il sistema di aerazione. E quindi è stata temporaneamente reinstallata anche la scala per consentire l’esecuzione dei lavori». I giovani a quanto pare ne hanno approfittato all’istante. Questa volta non sono stati registrati danneggiamenti alla struttura. Dopo le ultime segnalazioni, il Comune ha effettuato un sopralluogo sulla copertura della scuola per verificare la situazione. E alla fine è emerso che i ragazzi avevano “semplicemente” voluto divertirsi con una pericolosa passeggiata di notte sul tetto dell’edificio di via Cicogna. «Evidentemente pensano che in alto l’aria sia più buona», allarga le braccia il primo cittadino. 


IL MOTIVO


Non c’è una spiegazione che vada oltre al piacere di trasgredire. Alla luce dei raid dell’anno scorso, tra l’altro, il municipio ha da poco investito altri 30mila euro per aumentare la sicurezza facendo installare nella scuola media Galilei anche un allarme perimetrale esterno, in modo da non dover per forza aspettare che qualcuno riesca a intrufolarsi tra aule e corridoi. «Il punto è che l’ultima incursione sul tetto è avvenuta in un orario in cui è ancora aperta la palestra per le attività sportive – specifica il sindaco – e quindi mentre l’allarme interno all’edificio scolastico è in funzione, quello esterno non può essere attivato perché ci sono ancora persone che vanno e vengono». Insomma, non si può fare altrimenti. E dopotutto non si può nemmeno immaginare di arrivare a blindare la scuola, tanto meno quando una parte della struttura viene utilizzata per le attività sportive extra-scolastiche. Quel che è certo è che a Ponzano il controllo di vicinato, se così lo si può chiamare in questo caso, funziona in modo puntuale. I cittadini che abitano nella zona della scuola hanno notato subito che c’era qualcosa che non andava. Da qui le foto rimbalzate sulle chat. «Sì – conclude Baseggio senza nascondere una punta di amarezza – resta il fatto che se in momenti del genere si chiamasse il 112 invece di scattare foto per poi condividerle, sarebbe indubbiamente meglio».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino