Pestata dalle baby bulle per gelosia: «E nessuna delle tre ragazzine si è ancora scusata con la vittima»

PADOVA - I genitori degli alunni che frequentano la scuola dell'Arcella dove studia la tredicenne aggredita da tre quattordicenni, vedono con favore la possibile...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - I genitori degli alunni che frequentano la scuola dell'Arcella dove studia la tredicenne aggredita da tre quattordicenni, vedono con favore la possibile emanazione di un provvedimento che impedisca alle autrici del pestaggio di ritrovarsi nei luoghi frequentati dalla vittima o di avvinarsi a lei. Il pestaggio sembra essere stato scatenato per gelosia nei confronti di un ragazzino: la capetta la insultava, il suo braccio destro la picchiava mentre una terza giovane riprendeva la scena per poi postarla sui social.

«Nessuna di loro si è però ancora scusata», ha sottolineato la famiglia dell'aggredita


Baby bulle denunciate


Le tre studentesse di prima superiore, italiane di seconda generazione di origini marocchine, moldave e rumene, sono state denunciate alla Procura dei minori di Venezia, per loro si ipotizza il reato di lesioni personali in concorso.


«Le leggi prevedono che sia possibile emanare un provvedimento che impone ad un aggressore di restare a distanza dalla sua vittima. Lo trovo corretto e auspico che venga applicata. Credo sia la giusta risposta a quanto le tre ragazze hanno messo in atto come è giusto che sia scattata la denuncia e la legge faccia il suo corso - ha commentato Rossella Salvan, vicepresidente della Consulta Arcella - quello che si spera è che l'eventuale punizione serva a far capire alle ragazze che la violenza non è mai la soluzione ai problemi, ma, anzi, che ne crea di ulteriori e quindi, soprattutto, che abbia un effetto educativo».


Bullismo anche alle elementari

Salvan ha sottolineato inoltre come sarebbe auspicabile che le tre quattordicenni presentassero alla ragazzina che ha subito il pestaggio - senza peraltro reagire - delle scuse ufficiali e sincere anche se ammette di nutrire poche speranze in merito. «Purtroppo assistiamo sempre più spesso ad episodi di bullismo fra ragazzini, le statistiche ci dicono che, anche se fortunatamente si tratta di casi sporadici, il bullismo si manifesta anche nelle scuole elementari. Serve dialogo fra tutti i soggetti coinvolti a iniziare dalle famiglie passando dalla scuola e dai luoghi di ritrovo dei giovanissimi - ha continuato Salvan - serve un'ampia opera educativa di prevenzione facendo ragionare i ragazzi e di formazione per educatori, insegnanti e di tutte quelle figure che interagiscono coi giovani».


Azione repressiva


«Non deve però mancare un'azione repressiva quando si arriva a episodi come quello accaduto all'Arcella perché non si può assolutamente bollarle come ragazzate. Questo porterebbe i bulli e i violenti a pensare di poter spadroneggiare impuniti. Vorrei però non dimenticare la vittima che penso sia necessario sostenere perché le ferite riportate subendo i calci e i pugni delle tre bulle possono anche guarire in fretta, ma i risvolti psicologici che derivano dal pestaggio sono altrettanto gravi e, forse, più difficili da superare per lei e per la sua famiglia».


Prevenzione

Salvan, come vicepresidente della Consulta Arcella auspica che al Tavolo del sociale della Consulta, convocato per il 6 febbraio, si possa avere un ampio confronto sulle tematiche del bullismo, della violenza fra i giovani e del disagio «arrivando a poter individuare azioni concrete sul territorio affinché questi episodi possano non ripetersi». Infine la vicepresidente richiede, come già altri membri della Consulta, che sia convocata una riunione della stessa con urgenza al fine di esaminare la situazione sotto l'aspetto della sicurezza, dell'educazione, della prevenzione e sociale.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino