Raddoppiate le aziende in difficoltà. In pericolo più di 15mila lavoratori

Raddoppiate le aziende in difficoltà - Foto di Janno Nivergall da Pixabay
PORDENONE - Il calo dell'occupazione nel manifatturiero nei primi...

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PORDENONE - Il calo dell'occupazione nel manifatturiero nei primi nove mesi dell'anno, quasi a doppia cifra, aveva già emesso un'allerta che ora è confermata dall'Osservatorio industria della Cisl Fvg: da giugno ad oggi cresciute le aziende in crisi da 61 a 123, più del doppio, e i lavoratori coinvolti sono passati da 12mila a 15mila. Causa prima: la mancanza di ordini. Non, dunque, un problema di settore, ma di rallentamento complessivo dei mercati. Marginale la crisi per costo di energia (2) e per mancanza di materie prime, che pesa solo in un caso. A risentirne in modo particolare è l'ambito della metalmeccanica, con 71 aziende, e il territorio maggiormente coinvolto è quello di Pordenone. Per quell'area pesa, «con tutta probabilità», la crisi di Elettrolux e del suo indotto. Per i lavoratori, nella maggior parte dei casi è attivata la Cigo, la cassa integrazione ordinaria, in 16 casi i contratti di solidarietà. «Alcune situazioni preoccupano fortemente, ed in generale vi è la necessità di insistere sui monitoraggi ma anche sui confronti permanenti per analizzare quali azioni di sistema si possano introdurre per rafforzare il nostro sistema manifatturiero sostiene per la Cisl Fvg, il segretario Cristiano Pizzo. Al tempo stesso è indispensabile rafforzare e trovare, se necessario, nuovi schemi contrattuali per dare risposte salariali ai lavoratori e per utilizzare i contratti corretti nei sistemi degli appalti anche come forma preventiva di sicurezza». Nel dettaglio, le aziende in crisi sono 71 del metalmeccanico, 11 del legno, 10 della carta, 8 dei grafici e altrettante del settore alimentare. Seguono tre casi nel mondo della chimica e delle Tlc, 2 nell'elettronica e poi un caso ciascuno nei settori della fotografia, della gomma plastica, della concia, del vetro, dei lapidei, dei laterizi e del tessile. Oltre alla mancanza di commesse (in 93 casi) e alla crisi di settore (in 16 casi) pesano le ristrutturazioni aziendali (5 aziende motivano in questo modo la crisi), la crisi dell'indotto, i costi energetici e la delocalizzazione. Rispetto ai territori, queste crisi aziendali coinvolgono un numero di lavoratori importante, soprattutto nel Pordenonese dove arrivano, secondo la conta della Cisl, a 5.670 unità. Segue l'Udinese, con 3.049 unità e l'Alto Friuli in cui si contano addirittura 3.260 unità interessate. «Oggi spiega il segretario Cisl siamo dinnanzi a due spinte contrapposte che richiedono massima allerta ed azione: da una parte, abbiamo un sistema industriale messo a dura prova da crisi, alcune conclamate, altre più sotterranee, e dall'altra parte abbiamo sfide globali e transizioni che vanno prese per mano».

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Il Gazzettino