Con le aziende "apri e chiudi" sottrae un milione e 100mila euro all'erario: arrestato imprenditore cinese

ROVIGO - Arrestato un imprenditore cinese che aveva creato delle aziende fasulle con prestanome per sfuggire all'erario e sequestrati beni per un milione e 100mila euro....

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ROVIGO - Arrestato un imprenditore cinese che aveva creato delle aziende fasulle con prestanome per sfuggire all'erario e sequestrati beni per un milione e 100mila euro. All’alba del 22 marzo i finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo hanno fatto scattare l’operazione denominata “Ghost cash”, nel corso della quale è stata data esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di un cittadino cinese e a diverse perquisizioni in provincia di Rovigo, Padova e Milano. Le indagini, che costituiscono l’epilogo di un’attività investigativa protrattasi per oltre un anno, sono state condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Rovigo con il pm Andrea Bigiardini e hanno consentito la ricostruzione dei movimenti di due società del settore del confezionamento di capi di abbigliamento che avevano messo in piedi un sistema di frode ai danni dell’erario, che consisteva nella creazione di imprese di “comodo” gestite da imprenditori occulti che, per i loro affari, si avvalevano di terze persone titolari apparenti e che si interponevano nelle operazioni commerciali fra aziende italiane e cinesi.

In questo modo le aziende cinesi si sottraevano agli obblighi contabili e di versamento delle imposte i cui illeciti ricavi, in parte utilizzati in Italia, venivano trasferiti all’estero. L’imprenditore cinese arrestato manovrava le aziende utilizzate nel sistema (costituite e cessate in rapida successione) secondo la tecnica “apri e chiudi”. Tutte le aziende erano formalmente intestate a prestanome, anch’essi cinesi ed ex dipendenti dell’uomo che così, senza apparire formalmente, poteva curare in prima persona tutti gli aspetti gestionali delle società: dall’apertura dei conti correnti aziendali ai rapporti con clienti, fornitori e personale dipendente. In definitiva, ogni azienda, dopo un breve ciclo di vita, cessava la propria attività omettendo di versare le imposte.

In tale contesto, risultano indagati 4 cittadini cinesi. Tale sistema di frode ha generato un debito nei confronti dello Stato di oltre 1,1 milioni di euro e, allo stesso tempo, un illecito incremento del patrimonio per questo gli indagati sono stati destinatari del provvedimento di sequestro preventivo, fino alla concorrenza della somma evasa.

 

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Il Gazzettino