Addio all'avvocato maratoneta Paolo Marson: stroncato in pochi mesi, aveva 62 anni

Paolo Marson
BELLUNO - Un'udienza in tribunale, un assistito da seguire. Ogni scusa era buona per venire a Belluno. Non ci tornerà più. Ieri mattina l'avvocato Paolo...

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BELLUNO - Un'udienza in tribunale, un assistito da seguire. Ogni scusa era buona per venire a Belluno. Non ci tornerà più. Ieri mattina l'avvocato Paolo Marson ha chiuso gli occhi per sempre, a 62 anni, in una camera dell'Istituto oncologico veneto, lo Iov, dove era ricoverato da un paio di settimane. Abitava, infatti, con la famiglia a Padova, città nel cui Foro esercitava la professione di penalista. «Da Belluno, però, non si era mai staccato, la sua piccola patria era qui. I suoi amici più cari erano qui», sono le parole del fratello Stefano, dirigente medico all'Ulss 1 Dolomiti.


LA MALATTIA
Dopo aver frequentato il liceo-ginnasio Tiziano Paolo Marson aveva studiato a Padova, laureandosi brillantemente in 4 anni e orientandosi subito verso l'ambito penale. Ad un gruppo di vecchi compagni di liceo che si erano ritrovati per una pizza aveva scritto un paio di mesi fa: «Quando passerà questo periodo difficile ci troveremo senz'altro. Vi penso, buona serata». Non c'è stato tempo per una successiva rentrée bellunese. Alla fine del 2021 avevano fatto capolino tosse e un po' di febbre. Poi la diagnosi, tumore ai polmoni. E in pochi mesi il peggioramento. Eppure Paolo conduceva una vita da atleta, andava in bicicletta, correva le mezze maratone, amava le salite. Così come le escursioni in montagna: «Con i conseguenti controlli delle visite mediche sportive», precisa il fratello Stefano.


GARBO E SIGNORILITÀ
Compagno di classe e anche di camera all'Università è stato Giorgio Azzalini, avvocato del Foro di Belluno: «Nel gruppo teatrale del Liceo ha recitato nella Locandiera con la parte del conte di Albafiorita, e nella Mostellaria di Plauto aveva il ruolo di Teopropide. Tutti personaggi sostanzialmente di classe, perché sin da ragazzo il suo tratto caratterizzante era signorile. Ed era un vincente che non calpestava mai i suoi sconfitti. Un buono».


ALPINO
Non poteva essere diversamente: Paolo è stato un alpino della Brigata alpina Cadore, con sede alla caserma Fantuzzi. «Partecipava alle adunate nazionali, se non troppo distanti», afferma Stefano Marson. A ricordarlo è il compagno di naja, l'architetto Lucio Talamini: «Paolo aveva un ruolo di eccellenza in quanto rappresentante degli alpini presso il comando della Brigata». La notizia della morte di Paolo Marson che aveva perso il papà nel 2019 e la mamma nel 2020 in città ha lasciato il segno. Tant'è che a sottolinearne la personalità vengono pure le parole del presidente dell'Ordine degli avvocati di Belluno, Erminio Mazzucco: «Un collega competente, serio, preparato. Di lui ho apprezzato il garbo, il bel modo di rapportarsi con gli altri avvocati».


IL LUTTO A PADOVA
A Padova aveva studiato, a Padova aveva messo su famiglia. E si era fatto stimare in ambito professionale. Tant'è che anche nella città del Santo la morte dell'avvocato Marson ha toccato gli animi, come dimostrano le parole costernate del presidente dell'Ordine Leonardo Arnau: «Paolo era un collega scrupoloso - queste le sue parole - un grande professionista che brillava per serietà e competenza. Mi piace ricordare come l'aveva etichettato uno dei principi del foro, l'avvocato Franco Antonelli. Lui aveva soprannominato Marson Sapiensa perché Paolo era in grado di sciorinare qualsiasi sentenza della Cassazione».


I FUNERALI


Paolo Marson lascia la moglie Marina,i figli Maddalena e Giovanni, i fratelli Stefano e Carla. Il funerale sarà celebrato a Padova nella chiesa di Santa croce, giovedì. «Ma le ceneri - dice Stefano -, per volontà di mio fratello e a dimostrazione del suo attaccamento alla città di Belluno, torneranno sotto le montagne che amava. Saranno collocate nel cimitero di Prade, a fianco dei genitori».
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Il Gazzettino