L'aviaria fa strage di polli e tacchini. Quattro focolai anche in Polesine

L'aviaria fa strage di polli e tacchini. Quattro focolai anche in Polesine
ROVIGO - Il contagio sembra rallentare ma le vittime sono circa 14 milioni. Si tratta di tacchini, polli e galline, falciati non dal Covid bensì dall'aviaria. Che, dopo...

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ROVIGO - Il contagio sembra rallentare ma le vittime sono circa 14 milioni. Si tratta di tacchini, polli e galline, falciati non dal Covid bensì dall'aviaria. Che, dopo aver colpito pesantemente intorno a Rovigo, a Verona, Padova e Mantova, ha poi raggiunto anche il Polesine. Nell'ultimo report Influenza aviaria ad alta patogenicità nel pollame domestico in Italia, stilato dall'Istituto zooprofilattico delle Venezie, si riportano 306 focolai, quattro dei quali anche in provincia di Rovigo, tre in allevamenti di tacchini ed uno di galline ovaiole. Il primo focolaio polesano è stato scoperto il 22 dicembre, il secondo il 26 ed il terzo il 29 tutti in allevamenti di tacchini; quello nello centro di produzione di uova è emerso il 4 gennaio. I primi due allevamenti hanno già provveduto alla soppressione di tutti i capi, perché questa è la pesante misura richiesta.


IL FLAGELLO

«A partire dal 19 ottobre 2021 il Centro di referenza per l'influenza aviaria e la malattia di Newcastle ha confermato diverse positività al virus dell'Influenza aviaria ad alta patogenicità, Hpai, nel pollame domestico. La maggior parte dei virus appartengono al sottotipo H5N1. Sono stati coinvolti primariamente allevamenti di tipo industriale, soprattutto tacchini da carne. In tutti gli allevamenti risultati positivi sono state svolte o sono in corso le operazioni di abbattimento, pulizia e disinfezione. Le misure di controllo generali e specifiche nelle zone di protezione e di sorveglianza sono state implementate come previsto dal Regolamento delegato 2020/687». Verona è stata la provincia più flagellata, con 179 focolai, epicentro dell'ondata epidemica, che ha colpito anche Padova, che ne ha registrati 40, 25 a Vicenza e Brescia, superate da Mantova con 28; poi Rovigo e Cremona. In Polesine il 18 dicembre, nell'ambito della sorveglianza, che interessa anche la fauna selvatica, è stato trovato positivo all'aviaria anche un gabbiano reale.


CONTO SALATO

«Dopo settimane difficili riporta Coldiretti Veneto - la diffusione dei focolai di aviaria sembra rallentare. Il conto, però, per il settore avicolo veneto è alto, con oltre 250 focolai da Verona a Vicenza, da Padova a Rovigo e danni stimati a non meno di 500 milioni di euro. Coldiretti Veneto sta seguendo l'attività dei servizi veterinari e gli sforzi per contenere l'epidemia. Già in finanziaria, Coldiretti ha ottenuto lo stanziamento straordinario di 30 milioni di euro sui fondi filiere da destinare specificatamente alle produzioni di carni bianche e sta seguendo l'attività dei servizi veterinari regionali al fine di trovare soluzioni che permettano di ripartire con le attività quanto prima, in sicurezza, iniziando i riaccasamenti da quelle aree in cui i focolai sono lontani. L'Unità di crisi ministeriale, riunitasi nei giorni scorsi, ha intanto dato il via libera agli interventi nelle zone polesane».


RIFLESSI SULL'OCCUPAZIONE

Pesanti le ripercussioni anche sull'occupazione: negli stabilimenti di San Martino Buon Albergo, Nogarole Rocca e Zevio, è scattata la cassa integrazione. Ma ripercussioni ci sono state anche per quanti hanno visto i turni dimezzati, in particolare quanti hanno contratti precari. Per questo i sindacati hanno chiesto un tavolo in Regione per portare poi la crisi anche ad un tavolo ministeriale.
 

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Il Gazzettino