Strade con il limite di velocità di 70 km orari, autovelox nel mirino

Il velox in curva Boston
PADOVA - La parola d’ordine è “prudenza”. Non parliamo degli automobilisti ma dei sindaci chiamati a commentare le indiscrezioni del nuovo decreto...

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PADOVA - La parola d’ordine è “prudenza”. Non parliamo degli automobilisti ma dei sindaci chiamati a commentare le indiscrezioni del nuovo decreto Salvini previsto per marzo. Dal Ministero dei Trasporti sono filtrate importanti anticipazioni sulla rivoluzione degli autovelox ma oggi tra i primi cittadini padovani domina la linea attendista: «Prima vediamo il testo e poi ne discutiamo». Tutti sanno però che il decreto dovrebbe portare all’eliminazione delle postazioni fisse collocate nelle strade dove vige il limite dei 70 chilometri orari. Da Padova ad Albignasego, fino a Villa del Conte, sono tanti gli strumenti padovani che potrebbero essere interessati.


I CENTRI STORICI 
Per i sindaci diventerà impossibile anzitutto installare autovelox nelle “zone 30” ma va detto che il tema non interessa particolarmente Padova. Qui le “zone 30” esistono da tempo e oggi si contano 177 strade con questi limiti ma non vengono mai utilizzati strumenti di rilevazione della velocità. «Quel limite di 30 è stato introdotto come deterrente, puntiamo sulla segnaletica e su un particolare arredo urbano che impedisca alle auto di correre» spiegano da Palazzo Moroni.

 
I VELOX FISSI
Ben più impattante potrebbe essere la riorganizzazione degli autovelox nelle strade extraurbane di tutta la provincia, dove tra l’altro sarà impedito l’alternanza frenetica di limiti di velocità sullo stesso tratto. Da ciò che filtra non sarà possibile installare nuovi autovelox sulle strade provinciali e regionali se il limite previsto è già inferiore ai 90 chilometri orari. A rischio ci sono dunque tutte le postazioni dove attualmente vige il limite dei 70 come quella vandalizzata e poi risistemata a Villa del Conte. 
Il decreto andrà ad incidere su tutte le future installazioni (che dovranno essere autorizzate dalla prefettura) ma anche sugli strumenti attuali che dovranno essere ricollocati se non saranno coerenti con le nuove norme. 


LE TANGENZIALI
L’anello delle tangenziali di Padova conta 12 autovelox di cui 11 gestiti dal Comune di Padova e uno in territorio di Albignasego di competenza dell’Unione dei Pratriarcati. 
Se guardiamo agli ultimi dati disponibili, relativi al 2022, notiamo che i velox padovani che fanno scattare più sanzioni sono i 3 di corso Kennedy (complessivamente oltre 33mila multe, quindi più di 90 al giorno) e i due di corso Primo maggio (oltre 42mila, quindi 115 al giorno). 
Tutti gli autovelox padovani sono su tratti stradali dove vige il limite dei 90 chilometri orari tranne uno, quello in curva Boston nel tratto che porta da Padova ovest verso Abano/Rovigo. Lì il limite è di 70 chilometri orari e le multe nel 2022 sono state solo 915, quindi 2,5 al giorno. «È di gran lunga il velox dove registriamo meno sanzioni perché c’è una curva importante e superando il limite dei 70 orari si rischia davvero di finire fuori strada» spiega il comandante della Polizia locale Lorenzo Fontolan.
Eppure questo è uno dei velox che potrebbero essere aboliti dal nuovo decreto: «Io non ne farei una questione di limiti ma di pericolosità - riflette l’assessore alla mobilità Andrea Ragona -. L’unico criterio dovrebbe essere quello. Quel punto sarà anche a 70 orari, ma è pericoloso». 


IN PROVINCIA
Nel mirino di molti automobilisti infuriati (e probabilmente anche del prossimo decreto Salvini) c’è anche uno dei velox più discussi della provincia, quello ad Albignasego subito dopo lo svincolo della strada Battaglia. Qui il limite scende da 90 a 70 orari e moltissimi automobilisti vengono sanzionati: 7.880 nel 2022, più di 20 multe al giorno. 


Sono tanti anche i dispositivi dove vige il limite dei 70 nelle strade extraurbane a partire dai due velox sulla sp46 a Villa del Conte. Uno è appena stato reinstallato dopo l’abbattimento targato Fleximan, ma a sancire la parola fine potrebbe presto arrivare un decreto.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino