ADRIA - Entrerà in funzione alle 8 di lunedì il nuovo autovelox fisso sulla regionale 516 Piovese. Posizionato al chilometro 43 + 880,...
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LA RICHIESTA
Per anni i residenti di località Pontinovi e delle limitrofe località Campelli, Bindola, Sabbioni, Campo, Passetto e Palazzina hanno chiesto alla pubblica amministrazione, anche tramite petizioni, ogni provvedimento utile ad inibire la pericolosità di questo tratto stradale dove la velocità degli automobilisti ed i sorpassi azzardati lungo il rettilineo hanno già provocato gravi incidenti stradali. La decisione di installare le telecamere sia sull’Adria-Loreo che sull’Adria-Cavarzere, secondo i documenti ufficiali è stata dettata «dall’alta pericolosità dei due nodi stradali, al fine di migliorare la sicurezza stradale e ridurre l’incidentalità causata dall’eccesso di velocità».
Si tratterebbe, secondo le dichiarazioni rilasciate mesi fa dal sindaco Omar Barbierato, del primo velox frutto di scelte politiche dell’attuale amministrazione comunale. «La decisione - spiegava a settembre, quando era stato installato il primo velox sulla Piovese 516 - è frutto di scelte fatte dall’amministrazione Barbujani che aveva firmato un contratto con As 2 per l’installazione di due velox fissi. Ci sono stati inoltre dei problemi con Veneto Strade per posizionare i velox all’altezza del Passetto. Ecco perchè siamo stati costretti per non pagare soldi pubblici, ad installarne uno a Ca’ Scirocco».
LE POLEMICHE
Se il primo velox sulla Piovese ed il secondo sull’Adria Loreo, direzione Loreo Adria, operativo da dicembre, secondo il sindaco sarebbero conseguenza di decisioni prese dalla precedente amministrazione, su questo risulta difficile, come stanno facendo in questo ultime ore i vertici di palazzo Tassoni disconoscerne la paternità. Inoltre è già polemica, essendo stato posizionato dietro l’unico albero presente lungo la regionale. Per il consigliere di minoranza del Comune xi Cavarzere, Pierfrancesco Munari, il nuovo autovelox andrebbe a danneggiare non poco i cittadini cavarzerani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino