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VENEZIA - Al netto dei danneggiamenti, di cui dovranno rispondere “Fleximan” e i suoi emuli, a quanto ammontano gli incassi dei Comuni per le sanzioni dovute all’eccesso di velocità? Le 7 città capoluogo del Veneto hanno incamerato 16 milioni nel 2022, a fronte dei 17,5 nel 2021: gli importi sono tratti dai rendiconti che ogni anno gli enti locali devono inviare al ministero dell’Interno, per documentare al centesimo l’utilizzo dei proventi a favore della sicurezza stradale. Attraverso quelle relazioni è possibile stimare l’introito, del tutto virtuale s’intende, finito nel mirino dei 19 vandalismi più o meno gravi che hanno colpito autovelox, velobox e cartelli vari: 6,8 milioni.
RECORD
L’andamento tra i due anni considerati, cioè quelli resi disponibili dal dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Viminale, varia a seconda delle diverse realtà. Per esempio a Venezia il gettito legato al superamento dei limiti è quasi raddoppiato, salendo da 2,4 a 4,2 milioni, mentre il totale relativo alle violazioni stradali (dal divieto di sosta alla guida senza patente) è aumentato in dimensione inferiore, passando da 7,5 a 9,2 milioni. Invece a Padova il dato della velocità si è indirizzato verso il dimezzamento, scendendo da 8,7 a 4,9 milioni, nel quadro di un generale calo delle trasgressioni, diminuite da 17,2 a 13,7 milioni.
Nel caso-record di Venezia, il comandante della polizia locale Marco Agostini vede un effetto Covid: «I numeri erano andati giù per il lockdown e le restrizioni, ma poi sono ricominciati i transiti, quindi anche le violazioni rilevate con autovelox e telelaser. Sul ponte della Libertà gli apparecchi sono collocati su entrambi i sensi di marcia, funzionando alternativamente o una postazione o l’altra. Altri tre dispositivi fissi sono posizionati sulla Regionale 14 da San Giuliano alla rotonda del Terraglio, uno in una direzione e due nell’altra.
BENZINA SUL FUOCO
Nelle altre città capoluogo, l’introito fra 2021 e 2022 è aumentato a Treviso (da 2,2 a 2,7 milioni) e a Rovigo (da 905.000 euro a 1,2 milioni), mentre è diminuito a Belluno (da 580.000 a 343.000 euro) e a Vicenza (da 390.000 a 233.000 euro). Il caso berico è singolare: il gettito complessivo delle sanzioni per le violazioni stradali si è impennato da 3 a 5,2 milioni, ma quello per lo sforamento dei limiti costituisce solo il 4,4%. A Verona, invece, l’incasso per la velocità rappresenta un sesto del totale: 2,3 su 15,4 milioni, un dato stabile rispetto ai 2,2 milioni dell’anno precedente (ma su 11,5 milioni). La finalità resta l’incolumità, assicura Luigi Altamura, comandante della polizia locale scaligera e componente del tavolo di coordinamento dell’Anci: «Si continua a parlare di “autovelox-truffa”, di “agguati” agli utenti da parte delle pattuglie, di Comuni che basano i propri bilanci sulle multe e queste false affermazioni sono benzina sul fuoco di un sempre maggior numero di automobilisti che vogliono farsi giustizia da soli, quasi siano legittimati, con azioni di danneggiamento gratuito ai danni della sicurezza stradale e della collettività».
VENDICATORI
Il riferimento è ai vendicatori alla “Fleximan”, entrati in azione contro Comuni che evidenziano le cifre più disparate. Per esempio nel centro polesano di Bosaro, colpito due volte, nel 2022 l’incasso dell’autovelox è stato di appena 179,90 euro. Invece sul passo Giau, località bellunese di Colle Santa Lucia, il rapporto fra residenti e introito è da primato: 350 abitanti e 349.980,01 euro (comunque in calo rispetto a 552.367,41 del 2021). Nella trevigiana Cappella Maggiore, i cartelli con i 30 all’ora sono stati abbattuti subito dopo l’installazione, stroncando subito l’iniziativa del municipio che in due anni non ha incamerato un solo centesimo.
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