Incidenti in autostrada e opere finite nel dimenticatoio, la Pontebbana torna un incubo

Coda lungo la Pontebbana
PORDENONE - Incidenti in autostrada, pandemia in ritirata, opere mancanti o finite nel cassetto. La Pontebbana torna a soffocare sotto il peso schiacciante dei mezzi pesanti. E...

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PORDENONE - Incidenti in autostrada, pandemia in ritirata, opere mancanti o finite nel cassetto. La Pontebbana torna a soffocare sotto il peso schiacciante dei mezzi pesanti. E due lavori che potrebbero in parte alleviare il problema finiscono nel cassonetto delle intenzioni. Intanto, tra Valvasone, Casarsa e Zoppola, cioè dal ponte sul Tagliamento e l’intersezione con il raccordo che porta all’autostrada A28, tornano due dita di polvere nera sui davanzali delle case affacciate sulla statale. È l’inquinamento. 


NUOVO PICCO


Quasi duemila mezzi pesanti al giorno. È il bilancio dei giorni più duri che la Pontebbana ha vissuto la scorsa settimana. A contribuire, dall’altra parte della regione, le chiusure prolungate lungo l’autostrada A4, causate da incidenti - anche mortali - che hanno letteralmente paralizzato il traffico lungo l’arteria principale del Friuli Venezia Giulia. Le code hanno raggiunto anche i tre chilometri, dal ponte sul Tagliamento ai due semafori di Casarsa, con rallentamenti che sono proseguiti sino alla rotonda di Pian di Pan, verso Pordenone. Una situazione che non si vedeva da tempo, cioè da prima del Covid, quando i flussi di traffico avevano raggiunto il livello massimo. E in corrispondenza con il nuovo picco, sono tornate anche le proteste lungo l’asse pordenonese della statale più trafficata di tutto il Friuli Venezia Giulia. 


OCCASIONE MANCATA


Il nuovo ponte sul Meduna si farà. Ma basterà? Probabilmente no. La Gronda Nord di Pordenone, il cui disegno è appena stato presentato ai sindaci del comprensorio pordenonese, riuscirà a risolvere il problema? Sì, ma solo in parte. La realtà è che senza altre opere in grado di evitare colli di bottiglia, la situazione farà una tremenda fatica a migliorare. E si parte proprio dal nodo di Casarsa, perché di fatto a livello provinciale si tratta di quello più problematico. C’erano due opere candidate a intersecarsi per contribuire ad alleviare il problema congiunto creato dal traffico e dal conseguente inquinamento. Una era rappresentata dalla rotatoria tra la Pontebbana e l’ex provinciale 1 della Val d’Arzino; l’altra da una piccola circonvallazione che a nord di Casarsa avrebbe potuto deviare il traffico fuori dal paese. Ebbene, entrambi i progetti - rimasti a dire il vero sempre sulla carta - ora sono letteralmente scomparsi. Si parte dalla rotonda. 


RALLENTAMENTI


Da Codroipo a Pordenone c’è un nodo importante, oltre a quello rappresentato dal vecchio ponte sul Meduna. È sicuramente il semaforo di Casarsa, in grado nei giorni peggiori di far formare code chilometriche con conseguenze che sul piano dell’inquinamento ricadono interamente sulla popolazione che vive a ridosso della statale. La rotatoria, di cui spesso si è parlato tra il Comune e la Regione, sembra essere stata definitivamente “cassata” dall’amministrazione Fedriga. Le cose restano come sono, almeno per ora. La seconda opera era (passato d’obbligo) rappresentata da una possibile piccola bretella che dal confine tra Casarsa e Valvasone fosse in grado di transitare a Nord per poi ricongiungersi con la Pontebbana prima di Zoppola. Anche di questo possibile investimento non c’è più alcuna traccia. Effetti della pandemia, solamente in parte. 


Infine resta sullo sfondo il tema della circonvallazione di San Vito, che non riesce in alcun modo a smaltire nemmeno una piccola parte del traffico pesante. Perché il percorso resta sempre quello: da Gemona si scende verso Codroipo per poi riprendere l’autostrada a Cimpello. Senza un divieto chiaro, le cose resteranno così.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino