Maxi-evasione fiscale, autoriciclaggio e criptovalute: indagati due imprenditori, sequestrati 5,5 milioni di euro e una mining farm

Guardia di finanza a Padova
PADOVA - La guardia di Finanza di Padova e quella della Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma hanno sequestrato una mining farm, tra i primi casi in Europa, e beni per 5,5...

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PADOVA - La guardia di Finanza di Padova e quella della Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma hanno sequestrato una mining farm, tra i primi casi in Europa, e beni per 5,5 milioni di euro a due imprenditori per reati tributari e autoriciclaggio. L'evasione fiscale si è concretizzata nella simulazione di contratti di appalto di servizi, che, in realtà, avrebbero celato una somministrazione illecita di manodopera. Le società committenti, nelle province di Padova e Verona, si sarebbero rivolte, per il reclutamento del personale, a una società consortile non abilitata alla somministrazione di manodopera, ma deputata all'assistenza delle imprese per consulenza e pianificazione aziendale, riferibile ai due indagati, che si sarebbe formalmente interposta tra le imprese clienti e alcune cooperative di lavoratori, con sede a Milano, Monza, Napoli, Varese, Parma, Torino e Rovigo.

Le cooperative fatturavano all'ente consortile i soli costi riferiti al «netto in busta paga», così consentendo a quest'ultimo di poter essere competitivo sul mercato del lavoro in virtù del prezzo inferiore praticato ai clienti. Ma i debiti tributari e contributivi non venivano onorati dalle cooperative. Il guadagno derivante dal mancato assolvimento degli oneri fiscali sarebbe stato trasferito in conti esteri e investito nell'acquisto di schede video, utili alla realizzazione di una mining farm all'interno della quale vengono movimentate le criptovalute presenti sul mercato sfruttando la potenza di calcolo delle macchine. Tale operazione consente, da un lato, la validazione di transazioni di altri utenti della rete dietro compenso al minatore e, dall'altro, di sbloccare ulteriore quantità di criptovaluta.

La struttura sottoposta a sequestro era stata allestita all'interno di un prefabbricato dove operava un PC, che fungeva da «postazione di gestione», cui erano connesse oltre 350 schede video, suddivise in 31 gruppi omogenei di elaborazione. Sono stati individuati diversi portafogli virtuali in cui erano confluite criptovalute prodotte dalla struttura informatica. Ed è stato rilevato anche l'acquisto di opere d'arte digitali, sotto forma di Nft, della collezione Bored Ape Yacht Club. Sarebbero state così emesse fatture per operazioni inesistenti per 17 milioni di euro. Il sequestro ha riguardato disponibilità finanziarie reali e virtuali, immobili, un'imbarcazione da diporto di 15 metri del valore stimato di 1 milione di euro, la mining farm, che avrebbe generato ulteriori introiti, una volta convertite le criptovalute così ottenute in valuta avente corso legale. Sono state inoltre bloccate 55 criptovalute «Ethereum», nonché ulteriori criptovalute di vario tipo per 100 mila euro circa. Sequestrati due Utility Token. 

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Il Gazzettino