Anziano ucciso dal figlio a forbiciate, la verità dall'autopsia

La casa dove abitava la vittima Terenzio Roma
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CORBOLA - «Accerti il consulente, condotti i necessari accertamenti medici ed autoptici, anche a carattere non ripetibile, epoca causa e mezzi che hanno determinato il tragico decesso di Roma Terenzio. Accerti quant’altro utile ai fini di giustizia». È questa l’indicazione che il sostituto procuratore Ermindo Mammucci ha dato al professore di anatomia patologica dell’Università di Padova Andrea Porzionato conferendogli, ieri mattina, l’incarico di eseguire l’autopsia sulla salma dell’85enne spentosi dopo che il figlio, suo omonimo, 45 anni, noto con il soprannome di Simone, con conclamati problemi psichiatrici, lo ha colpito al collo ed alla nuca con un paio di forbici da lavoro, con la punta arrotondata. L’autopsia, eseguita in mattinata all’obitorio di Adria, con il tempo per la presentazione della relazione fissato in 60 giorni, dovrà quindi accertare il tasso di lesività dei colpi vibrati dal figlio sul padre, che si è spento in ospedale a qualche ora di distanza dall’aggressione subita.

SESSANTA GIORNI
L’età e la malattia che affliggeva l’85enne, in pensione da tempo dopo aver lavorato prima nel settore delle lapidi e poi, da precursore, in quello dei giochi e delle slot machines, non gli lasciavano più molto tempo da vivere ed i medici l’avevano già comunicato alla famiglia. II figlio, nonostante i suoi gravi problemi psichici, l’aveva sempre accudito ed i due vivevano in una sorta di simbiosi. Quel giorno l’anziano era stato appena dimesso ed era tornato a casa, ma le sue condizioni erano più che precarie. Qualcosa sembra essere scattato nella mente del figlio, quasi a voler porre fine all’agonia del padre. Una vicenda umana tragica e dolorosa.
TRAGEDIA FAMILIARE

Il 45enne, che dopo aver colpito il padre è rimasto in casa, in stato confusionale, mentre una sorella, nonché consigliera comunale ha chiamato il sindaco Michele Domeneghetti per valutare l’esecuzione di un Tso ed il medico del Suem medicava l’anziano, che in un primo momento non sembrava aver riportato lesioni particolarmente preoccupanti, è stato posto agli arresti domiciliari nell’ospedale di Adria, dove è stato subito ricoverato, accusato di omicidio volontario. A difenderlo è l’avvocato Cristina Zangerolami, che ieri ha nominato a sua volta un consulente tecnico di parte, il medico legale libero professionista di Este Luca Massaro, perché partecipasse all’esame autoptico. Ma gli accertamenti tecnici non si esauriscono con l’autopsia. Oggi infatti, il sostituto Mammucci affiderà l’incarico allo psichiatra forense Luciano Finotti, dirigente dell’Ulss 5, per una consulenza che valuti la capacità di intendere e volere del 45enne, passaggio dirimente per valutare l’eventualità che si possa aprire un processo a suo carico.
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Il Gazzettino