OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Autonomia, Roberto Calderoli tira dritto. Non solo non ha nessuna intenzione di ritirare il disegno di legge sull'autonomia differenziata come aveva chiesto il governatore della Campania Vincenzo De Luca, ma il ministro leghista insiste perché le Regioni del Sud imitino Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna. Ossia, chiedano anche loro l'autonomia. «Voglio illustrare alle Regioni del Sud - ha detto Calderoli - i vantaggi, nel rispetto delle loro specificità territoriali, che potrebbero avere per i loro cittadini attraverso l'autonomia differenziata, voglio provare a convincerli di questa opportunità, anche facendo studiare i numeri e le risorse ad una fondazione». Oggi, intanto, il tema dell'autonomia approda a Palzazo Chigi: alle 13 è prevista una riunione tra la premier Meloni, Calderoli e altri ministri interessati al dossier.
Quanto alla riunione di ieri della Conferenza delle Regioni, poteva essere uno scontro. «Lo temevo - ha ammesso Calderoli - e invece con tutti si è trattato di un confronto costruttivo». La mediazione è consistita nel non imporre un testo. «È una bozza di lavoro, aperta a ogni contributo», ha garantito il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie.
LE CRITICHE
«Prima proponevano la secessione, poi il federalismo fiscale, ora l'autonomia differenziata, non è che possiamo dire che ci fidiamo con certezza», ha avvertito il presidente della Puglia, Michele Emiliano. E il vicepresidente della Campania, Fulvio Bonavitacola: «Provvedimento da ritirare». L'ex ministro Roberto Speranza (Articolo 1): «La proposta Calderoli spacca l'Italia». Durissimo il Pd con l'ex ministro Francesco Boccia, oggi responsabile Regioni e Enti locali del partito: «La bozza Calderoli non rispetta lo spirito e i principi indicati dalla Costituzione». Ma il collega di partito Eugenio Giani, presidente della Toscana, ha dato un'altra lettura: «L'autonomia non crea squilibri, ma opportunità».
I FAVOREVOLI
Tant'è, si prosegue con il confronto. «Non abbiamo parlato della bozza, c'è stato un bel brainstorming, una bella discussione», ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia. Che ha insistito nel chiarire che con l'autonomia «non si toglie nulla a nessuno, si tratta di un mero e semplice trasferimento di competenze dallo Stato alla singola regione», che «chi è contro l'autonomia è contro la nostra Costituzione» e che a volere i Lep «sono per prime le Regioni»: concetti che, secondo Zaia, potrebbero anche essere messi nero su bianco, in modo da fare chiarezza. I tempi? L'intenzione della Lega è di portare a casa la riforma entro il 2023. Per il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga è un obiettivo realizzabile: «Nessuno ha fatto barricate, ho visto un clima positivo. Calderoli si è presentato con una bozza di lavoro aperta, tutte le Regioni sono al lavoro per fare le proprie proposte». Il governatore dem dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che con Zaia e Fontana ha chiesto l'autonomia già nel 2017, ha chiesto «condizioni precise»: «Una legge quadro, che vengano definiti i Lep, i fabbisogni standard e la spesa storica, e poi il coinvolgimento del Parlamento». L'incontro di ieri è stato aggiornato. Il ministro ha garantito: «Per le Regioni che decideranno di non intraprendere il percorso per l'autonomia differenziata non cambierà nulla, ma io voglio illustrare alle Regioni del Sud i vantaggi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino