Il ministro Stefani: «Subito l'autonomia a Veneto e Lombardia: questo è l'obiettivo»

Il ministro Stefani: «Subito l'autonomia a Veneto e Lombardia: questo è l'obiettivo»
«Il primo punto che intendo realizzare è l'autonomia soprattutto del Veneto e della Lombardia». E le prime 15 parole pubbliche del ministro Erika Stefani,...

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«Il primo punto che intendo realizzare è l'autonomia soprattutto del Veneto e della Lombardia». E le prime 15 parole pubbliche del ministro Erika Stefani, pronunciate mentre attraversa la piazza del Quirinale al termine del giuramento, non potevano essere più chiare. A telecamere e flash che la inseguono nel suo tailleur-gonna di seta blu, collana di perle bianche, scarpe a mezzo tacco e borsa con gatto e pesciolino, la neo-titolare degli Affari Regionali consegna una dichiarazione che riscuote già un apprezzamento trasversale: dal dem Achille Variati, sindaco uscente di Vicenza, che le riconosce «competenza, serietà e grande attenzione ai territori»; al leghista Attilio Fontana, governatore lombardo, per il quale «meglio di così non si poteva iniziare». Sottolineature che inorgogliranno papà Giovanni, intercettato dalla tv dietro al bancone della sua macelleria a Trissino, mentre confida il proprio stupore: «Quando è partita, vent'anni fa con la Lega, le ho detto: se vai bene, puoi andare anche a Roma. Però arrivare ministro, neanche nei più lontani sogni...».


Ministro, cosa le ha detto il presidente della Repubblica?
«Mattarella ci ha detto che ha fiducia: dopo novanta giorni abbiamo tanto da fare».

A cominciare dall'autonomia: preoccupata per l'impegno?
«Sento una grande responsabilità, perché so di avere sulle spalle il peso degli oltre 2,2 milioni di veneti che al referendum hanno votato per il sì. Si tratta di riprendere la trattativa dal punto in cui era arrivata, in modo da pervenire ad un'intesa che va tradotta in un progetto di legge da sottoporre al voto del Parlamento».
 
La pre-intesa riguarda solo 5 materie: e le altre?
«È importante che siano stati conquistati alcuni spazi. Ma ora il negoziato deve ricominciare e passare al resto. Per questo metterò in agenda il primo incontro, che mi è già stato chiesto». 

Da Zaia? 
«Sì, Luca è già partito con le richieste e so bene che non mollerà. Per la precisione al telefono mi ha detto che non mi farà sconti. Ma credo che questo per me, più che un assillo, sarà un aiuto per fare bene».

Come pensa di introdurre i fabbisogni standard?
«So che sarà una grande battaglia e sono orgogliosa di poter essere l'interlocutrice delle Regioni in questa fase tanto cruciale. Spero di riuscire a dare ai veneti quanto si aspettano... ma quanto traffico c'è?».+

Prego?
«C'è la coda per prendere i taxi e io sono già in ritardo».

Niente auto blu?
«Non ho nessuna intenzione di chiederla. I politici non devono sentirsi superiori proprio a nessuno. Per quanto mi riguarda, poi, sono e sarò sempre una militante della Lega e soprattutto una cittadina».

A cui però servirà tirare fuori le unghie, si dice, per imporsi sugli ambienti ministeriali.
«Ho una certa esperienza amministrativa e parlamentare. È chiaro che l'attività ministeriale ha un peso specifico maggiore, ma sono pronta, prontissima. Sono avvocato e di norme un po' me ne intendo, dopodiché posso garantire che studierò a fondo tutto quello che c'è da sapere».

Si confronterà con il suo predecessore Bressa, per il passaggio delle consegne?
«Farò le mie valutazioni, ma una chiacchierata non si nega a nessuno».

Quale sarà il suo primo atto?
«La firma delle nomine per avere un gruppo di lavoro. Ma poi andrò dritta sull'autonomia di Veneto e Lombardia».


E dell'Emilia Romagna e delle altre Regioni no?
«Beh certo, anche di quelle». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino