Nelle convulse ore del negoziato con Bruxelles sulla manovra, la notizia è passata un po' inosservata. Ma il comunicato pubblicato alle 19.40 di mercoledì sul...
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I SOLDI
Secondo quanto riferito dal dicastero, l'intesa raggiunta tra lo stesso Mef e la Sicilia «prevede, rispetto all'anno 2018, la riduzione del contributo della Regione alla finanza pubblica, con ovvi benefici per il fabbisogno finanziario della stessa». Traduzione di Musumeci, portacolori di una coalizione di centrodestra, di cui fa parte anche Noi con Salvini: «Il contributo della Regione al risanamento della finanza pubblica scende e si stabilizza dagli attuali 1,3 miliardi di euro a un miliardo l'anno, con un risparmio, quindi, di novecento milioni per tre anni». Non solo, aggiunge il governatore, ulteriormente dettagliando l'annuncio ministeriale riguardante l'isola: «Altri 540 milioni di euro arriveranno, nei prossimi sette anni, per le spese di manutenzione straordinaria di strade e scuole per le ex Province. Accordo anche per quanto concerne l'incasso del gettito dell'imposta di bollo (che vale circa 360 milioni di euro per tre anni) e la possibilità di spalmare in trent'anni, anziché tre, il disavanzo che il governo Musumeci ha ereditato dalle precedenti gestioni (un'apposita norma è stata inserita nel maxi-emendamento alla Legge di stabilità in votazione al Senato). Di contro, la Regione si è impegnata a riqualificare la propria spesa per investimenti con un aumento del due per cento all'anno fino al 2025». Chiosa finale del presidente siciliano: «Apprezziamo l'apertura del governo centrale su temi che rimangono da anni senza esito».
LA TRATTATIVA
Parole che pure Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna spererebbero di poter pronunciare al più presto. I governatori Luca Zaia e Attilio Fontana probabilmente già quest'oggi, il collega Stefano Bonaccini forse un po' dopo visto il diverso cronoprogramma già citato dal ministro Erika Stefani (Affari Regionali), che comunque conta di chiudere tutto quanto prima. Problemi con i pentastellati? «Come noi votiamo il reddito, da loro ci aspettiamo che votino anche questa norma», ha rimarcato il leghista Giorgetti,alludendo appunto all'autonomia. Ma che ormai sia questione di ore, l'ha detto pure il segretario federale Matteo Salvini: «Il primo passo ci sarà entro l'anno e verrà avviato un percorso virtuoso per tutta Italia». Chissà se lo scaramantico Zaia si arrischierà a stappare lo spumante già alle 12, in occasione del tradizionale incontro natalizio a Palazzo Balbi, con tre ore di anticipo sulla convocazione romana. Nell'attesa comunque il governatore veneto non ha lesinato i toni epici: «Si sta scrivendo una pagina di storia del Veneto e di questo Paese» (neppure il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti: «Siamo a una svolta epocale»). Il lombardo Fontana ha stimato tempi rapidi: «Penso che al successivo Consiglio dei ministri, salvo qualche aggiustamento al testo, si potrà arrivare all'approvazione e dopo si passerà al Parlamento». Ma l'entusiasmo non è solo della Lega. L'emiliano Bonaccini (Partito Democratico) ha confidato che saluterebbe l'accelerazione «con grandissima soddisfazione e applausi». E così anche il Piemonte a guida dem si mette in coda: «Ho avuto conferma che subito dopo l'Epifania saranno avviati i tavoli tecnici e politici fra Regione e ministeri», ha annunciato il vicepresidente Aldo Reschigna.
A.Pe. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino