Autonomia, il primo sì. In Veneto la Lega esulta, il Pd promette battaglia

VENEZIA - Il ruggito del leone o il canto del cigno? Il via libera del Senato all’autonomia differenziata è un dilemma zoofilo. Il capogruppo regionale Alberto...

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VENEZIA - Il ruggito del leone o il canto del cigno? Il via libera del Senato all’autonomia differenziata è un dilemma zoofilo. Il capogruppo regionale Alberto Villanova fa srotolare il gonfalone di San Marco ai colleghi zaian-leghisti, riuniti nell’atrio di Palazzo Ferro Fini dopo la spaccatura sul fine vita, perché «ci abbiamo creduto sempre, spinti da quel 22 ottobre del 2017». Invece il segretario veneto Andrea Martella dà voce all’ironia della comunità dem, stupita nel vedere tanto entusiasmo per l’approvazione di un testo diverso dalle ambizioni originarie, emblema di «una stagione politica che si annunciava come la traversata del deserto e non è andata oltre la laguna».


PIETRA MILIARE
Proprio dal Canal Grande, però, il governatore Luca Zaia esulta: «Il successo di questo primo passaggio parlamentare rappresenta la pietra miliare che segna l’accelerata finale verso un traguardo di rinascita per il Paese. L’autonomia non è la secessione dei ricchi che qualcuno si ostina a fare credere. Nessuna regione sarà privata di qualcosa e godrà, invece, di maggiori opportunità di crescita». Elly Schlein, leader del Partito Democratico, dissente dalla lettura della Lega e accusa Fratelli d’Italia: «Noi ora proseguiremo la battaglia parlamentare alla Camera, ma serve una mobilitazione con tutte le altre politiche e sociali, innanzitutto per spiegare gli effetti devastanti dell’approvazione di questa riforma. La nazionalista Giorgia Meloni vuole passare alla storia per essere la presidente del Consiglio che ha spaccato l’Italia». Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fdi, rivendica tuttavia con orgoglio il ruolo dei meloniani: «Gli scettici assicuravano che avremmo cambiato idea, invece il voto di oggi ha dimostrato il ruolo centrale, strategico e decisivo del nostro partito per arrivare finalmente ad un’azione concreta: il percorso è avviato e ora lo condurremo in porto». Gongola perciò la senatrice leghista Mara Bizzotto: «Oggi abbiamo scritto la storia».


PAZIENZA
Il suo collega di partito Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale, predica prudenza: «Quando si vuole dar vita e costruire qualcosa di veramente importante, occorrono molto tempo e anche molta pazienza: la strada è ancora lunga, ma la nostra pazienza e volontà sono molto forti. Noi non molliamo». Aggiunge il segretario veneto Alberto Stefani: «Il voto favorevole al Senato sull’autonomia è un sogno che si sta realizzando. Un risultato storico per la Lega: dopo 30 anni di battaglie, oggi vinciamo una partita straordinaria. Ora avanti tutta, al lavoro per portare avanti l’iter alla Camera». Ad aspettare il testo è anche la deputata meloniana Marina Marchetto Aliprandi: «Il voto del Senato apre le porte al lavoro che dovremo svolgere alla Camera nelle prossime settimane». Nel momento in cui il testo sarà approvato in doppia conforme, e quindi da entrambi i rami del Parlamento, la cornice sarà norma, ma a quel punto bisognerà riempirla di competenze e risorse, come ricorda il sottosegretario leghista Massimo Bitonci: «Con la legge quadro si mettono finalmente le basi per le successive intese, volte a devolvere tutte o solo alcune delle 23 materie previste». Dunque non necessariamente tutte e 23, come ha sempre ribadito Zaia?


PREMIERATO
Per il momento il centrodestra non bada alle sfumature. «Una riforma che unisce responsabilità, efficienza dell’azione amministrazione e risposte per i cittadini», la definisce il leghista Mario Conte, presidente di Anci Veneto. Raffaele Speranzon, senatore di Fdi, difende l’impianto: «Si tratta di una grande riforma istituzionale che, insieme al premierato, ridisegnerà l’architettura dello Stato, rendendolo più giusto, snello ed efficiente». Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, non ci sta: «Sono talmente patrioti questi “Fratelli di mezza Italia” che si sono svenduti l’unità nazionale alle follie secessioniste della Lega Nord, pur di avere in cambio il premierato e di tenere in equilibrio il governo». Alessandro Caramiello, deputato del Movimento 5 Stelle, parla di «giorno di lutto» per il Sud: «A questo punto esorto già da ora Fratelli d’Italia e Forza Italia a riunire i propri responsabili marketing e a cambiare i nomi dei partiti in “Forza Centro-Nord” e in “Fratelli del Centro-Nord”, perché stiano certi che il popolo meridionale non li perdonerà». Ma il gruppo meloniano veneto respinge le critiche: «Si conferma la grande serietà e la determinazione di Fratelli d’Italia». E i consiglieri regionali azzurri Elisa Venturini, Alberto Bozza e Fabrizio Boron rimarcano: «Forza Italia, in Regione Veneto, è l’unico partito nazionale a richiamarsi espressamente all’autonomia nel nome del gruppo consiliare».


 

 

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Il Gazzettino