«Qualcuno vuole distruggere l'autodromo». Bioitalia pronta a dare battaglia per la riapertura

Una gara all'autodromo di Adria
ADRIA - Bioitalia non si arrende. L’ultimo gestore dell’Adria International Raceway è pronto a dare battaglia in tutte le sedi deputate per tentare di far...

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ADRIA - Bioitalia non si arrende. L’ultimo gestore dell’Adria International Raceway è pronto a dare battaglia in tutte le sedi deputate per tentare di far ripartire l’attività motoristica nella struttura sportiva in località Smergoncino di Cavanella Po. Lo ha annunciato ieri il direttore dell’autodromo Mario Altoè. Al suo fianco l’avvocato Giuseppe Cavallaro e Luigi Scaglia, ex presidente di F&M, precedente gestore della struttura. 


«Noi - ha precisato Altoè - non ci fermiamo qui. Andiamo avanti. Stiamo investendo ancora. Se si risolve bene. In caso contrario lotteremo. In tutta questa vicenda ci sono azioni poco limpide». Bioitalia avrebbe già presentato delle denunce. Non in Procura a Rovigo. «Dei crediti inesistenti - ha sottolineato Cavallaro - hanno originato la sentenza di fallimento erronea di F&M. Facciamo appello a tutte le autorità pubbliche e private. Ci siamo rivolti al Tribunale di Milano affinché venga dato corso al preliminare stipulato il 3 agosto del 2016, e autorizzato il 9 maggio 2017 dalla Banca d’Italia, tra Darma e Biotalia con cui si dovevano trasferire alla seconda gli immobili». 

TEMPI LUNGHI 

Per ottenere una sentenza però, nella migliore delle ipotesi, dovranno trascorrere almeno 24 mesi. «Darma - ha quindi precisato Cavallaro - in modo autonomo, e senza l’autorizzazione della Banca d’Italia, ha però comunicato il recesso a Bioitalia da questo contratto preliminare di compravendita che andava anche a annullare i precedenti crediti vantati da Darma nei confronti di F&M».
Un preliminare per il quale Bioitalia avrebbe versato un milione e mezzo di euro. L’intera struttura sarebbe valutata circa 15 milioni. Secondo Cavallaro qualcuno vorrebbe la distruzione dell’autodromo. «Ci sono - ha puntualizzato - indagini in corso in diverse Procure. È una questione meramente economica. Se Darma vuole, o la stessa Banca d’Italia, cui abbiamo fatto pervenire documentazione, siamo pronti a chiudere l’operazione acquisto, in tre tranche, anche subito. Il 31 agosto scorso avevamo fissato un appuntamento dal notaio. Nessuno però ci ha risposto».

DANNI INGENTI

Secondo il legale, comunque, anche Banca d’Italia non si esprimerà prima di un anno e mezzo. «Quello che è accaduto il 17 gennaio con il blitz - ha concluso Scaglia - ha procurato a tutto il territorio del Basso Polesine ingenti danni patrimoniali che superano abbondantemente i 3-4 milioni di fatturato complessivo dell’indotto. Sono evidenti e gravi le ripercussioni economiche anche a causa della pubblicità negativa e denigratoria creatasi nel settore motoristico e che produrrà la stasi delle attività per molto tempo a meno che non si riapra immediatamente con il calendario già programmato». 

Stasera invece, alle 20.45, nella sala convegni dell’albergo Stella d’Italia di viale Maddalena, si terrà un incontro pubblico per affrontare le tematiche derivanti dal blocco delle attività dell’Adria International Raceway. Si parlerà anche di eventuali prospettive di ripresa. L’assemblea è stata programmata in maniera unitaria dalle forze politiche e dai movimenti civici cittadini per fornire informazioni ed esprimere valutazioni su come arrivare il prima possibile alla riapertura di una struttura fondamentale per l’economia del territorio. L’iniziativa si rivolge in via prioritaria agli operatori delle aziende direttamente o indirettamente collegate all’indotto prodotto dall’autodromo. Accesso in sala consentito fino al numero di posti disponibili con super green pass e mascherina FFP2.
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Il Gazzettino