Belluno. Dolomitibus senza autisti risolve il caso tagliando 47 corse. I sindacati: «La Provincia ha fallito»

Piazzale stazione Belluno
BELLUNO -  Dolomitibus taglia 47 corse come contromisura alla grave mancanza di autisti. La riduzione è scattata in parte ieri e una seconda tranche partirà da...

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BELLUNODolomitibus taglia 47 corse come contromisura alla grave mancanza di autisti. La riduzione è scattata in parte ieri e una seconda tranche partirà da domani. Una scure che ha toccato quasi in egual misura l’urbano e l’extraurbano. Nel pagina online di Dolomitibus si legge: «A seguito della carenza di autisti, nella giornata di lunedì 13/11/2023, non saranno garantite alcune corse delle linee extraurbane e dei servizi urbani. Per informazioni, solo sulle corse non garantite, è possibile chiamare il numero 334.6497092 da lunedì a venerdì 8-13 e 14-17 il sabato 8-12». Poi via con il lungo elenco e l’annuncio “si cercano autisti”.

Insorgono i sindacati Cgil e Uil, mentre la Cisl resta ai margini di una battaglia sulla quale si sono divisi dopo che quest’ultima sigla aveva sottoscritto uno bozza di accordo con l’azienda per un aumento di salario di 2 euro lordi al giorno, bozza però bocciata dall’assemblea dei lavoratori.
Duro il commento dei Alessandra Fontana, segretaria Filt-Cgil Veneto: «La Provincia ha ceduto le strade perché non era in grado di garantirne la manutenzione, ha tagliato il sevizio di trasporto perché non riesce a gestirlo. Prendiamo atto del fallimento del territorio. Invece che pretendere risorse e investimenti, mettendosi a capofila del malessere di studenti, pensionati, lavoratori si è scelta la strada di chiedere a quegli studenti, a quei pensionati, a quei lavoratori di pagarne il prezzo».
Inutile continuare a parlare di spopolamento, rincara la Fontana. «Mi chiedo se prima di procedere abbiano ascoltato i territorio - prosegue -, di certo noi non ne sapevamo niente. Hanno deciso loro le necessità dei cittadini. Dicono che la gente usa poco il mezzo pubblico? Beh, sono stati loro a disabituarli, continuando a tagliare».
Intanto, dopo la bocciatura della bozza di accordo, la strada per evitare di perdere altri autisti, stressati da turni massacranti e da paghe tutt’altro che adeguate, torna tutta in salita.
«Quattro giorni fa - spiega Federico Cuzzolin segretario generale Uilt-Uil Belluno-Treviso - abbiamo inviato una lettera alla Dolomitibus per chiedere la riapertura della trattativa. Ancora non abbiamo ricevuto alcuna risposta. La lettera, preciso, non è stata firmata dalla Cisl. E questo non essere compatti non giova alla causa. Siamo basiti da questa scelta. Secondo noi quell’aumento di 162 euro l’anno doveva essere solo una base di partenza, posto che comunque si trattava di una misura precaria che sarebbe finita al 31 dicembre 2025. Noi invece chiediamo misure strutturali e devono essere anche urgenti per evitare che se ne vada altro personale, cosa che se avvenisse farebbe scattare le penali contro l’azienda. Quindi è anche nel loro interesse trovare un accordo, quanto prima. Ci chiediamo anche cosa intende fare l’azienda di quel fondo destinato agli aumenti, poi bocciati, ricevuto dalla Regione come extragettito.
Sullo sfondo si torna ad agitare la bandiera di possibili scioperi. Ma questo non potrà avvenire fino a gennaio, in quanto con dicembre scatta la franchigia».

I margini per un accordo degno di tale nome ci sarebbe, spiega Cuzzolino, «basti pensare che il bilancio di Dolomibitus è tra i più solidi in Veneto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino