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PORDENONE-UDINE - Il «caro benzina» continua a essere una costante quest'anno, ma la percentuale di cittadini che si affida completamente all'auto elettrica resta ancora poca cosa per dire che è in atto un veloce cambiamento radicale. Molte le componenti che non fanno decollare con forza l'auto elettrica, non ultima il fatto che «in Italia e in Friuli Venezia Giulia siamo partiti dopo alcuni Paesi europei, i quali ora hanno percentuali di vendita superiori alle nostre, addirittura più del doppio», spiega Giorgio Sina, presidente del settore auto di Confcommercio Udine e Friuli Venezia Giulia, confermando che anche nella ripresa autunnale non si ci sono incrementi tali da cambiare le percentuali registrate nella prima parte dell'anno. La media di auto elettriche acquistate in Italia rispetto al complesso del mercato è del 4,2 per cento. Un dato rispetto al quale in regione si discostano le province di Udine e Pordenone, che si collocano ad un livello leggermente superiore, facendo registrare un 5,3% di acquisti di auto elettriche.
LA MAPPA
«Si tratta di percentuali che sono ancora lontane da quelle che, per esempio, si hanno sul mercato francese e tedesco, dove l'elettrico veleggia attorno al 13% - illustra Sina -.
I PROBLEMI
«Se l'auto deve essere usata in città o nell'hinterland, è la soluzione ottimale, posto che ormai tutte hanno 300-400 chilometri di autonomia prosegue l'esperto -. Se, però, l'uso è soprattutto extraurbano allora ancora non conviene del tutto, soprattutto perché sono poche le fast charge, cioè le ricariche elettriche rapide». A dire la verità, precisa Sina, «questi punti di ricarica si stanno moltiplicando e l'infrastruttura sta crescendo rapidamente, ma le conseguenze positive si vedranno da qui a un po'».
I CONTI
Sul ritardo della diffusione dell'auto elettrica pesa, tuttavia, anche il sistema di incentivo. «Oggi è di 5mila euro se si acquista un'auto che non costi più di 35mila euro più Iva. Non è una cifra irrisoria, ma se un acquirente deve mettere in conto di spendere dai 15mila ai 20mila euro in più per comprare un'auto elettrica piuttosto che una ad alimentazione tradizionale, è chiaro che quel contributo non è particolarmente incentivante. Sarebbe opportuno, inoltre, togliere il tetto di spesa cui è legata l'erogazione del contributo». Avere l'auto elettrica significa anche prevedere di poter "fare il pieno" a casa. Ma quale deve essere la potenza minima dell'impianto in dotazione. «È bene prevedere un contratto di almeno 6 chilowatt risponde Sina -, sia per poter mettere in carica l'auto mentre si adoperano in casa altri mezzi che richiedono energia elettrica, sia per abbattere i tempi per effettuare la ricarica completa», conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino