Aurora boreale nei cieli di Veneto e Friuli Venezia Giulia: quello spettacolo rarissimo immortalato da webcam e cellulari - Le foto dei lettori

Aurora boreale in Veneto e Fvg? Rarissimo ma non impossibile, come dimostrano le foto che vedete, scattate dalle webcam del nostro lettore Alex Piccoli, e arrivano direttamente da...

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Aurora boreale in Veneto e Fvg? Rarissimo ma non impossibile, come dimostrano le foto che vedete, scattate dalle webcam del nostro lettore Alex Piccoli, e arrivano direttamente da Vittorio Veneto,in provincia di Treviso. L'evento si è verificato nella serata del 5 novembre 2023 nel Centro Nord d'Italia. Una lettrice  - Deborah - ci racconta che inizialmente pensava a un riverbero dell'inquinamento luminoso, poi invece lo stupore nel capire che si trattava di un evento metereologico davvero incredibile.

L'aurora boreale ha colorato di rosa anche il cielo italiano in un fenomeno rarissimo, dovuto a una forte tempesta geomagnetica. Si tratta di un fenomeno raro perché le aurore sono visibili quasi esclusivamente nelle regioni polari, dove è più intensa l'interazione fra il campo magnetico terrestre e lo sciame di particelle provenienti dal Sole. 

 

Avete scattato foto o girato video? Inviateceli al +39 335 626 9115

Il sito 3bmeteo spiega che «l'aurora boreale si forma grazie all'interazione tra il campo magnetico terrestre e il vento solare. Quando quest'ultimo è intenso, ossia in fase di forte attività solare, possiede un'elevata densità di particelle cariche che vengono veicolate all'interno del campo magnetico terrestre, emettendo onde elettromagnetiche anche nel campo del visibile da cui le aurore. Solitamente, a causa della geometria del campo magnetico terrestre, si ha maggiore concentrazione di queste particelle nelle cosiddette fasce di Van Allen, a latitudini settentrionali. È dunque raro osservare le aurore al di sotto del 50esimo parallelo».

Ieri sera, però, le aurore hanno colorato il cielo anche in Italia, con straordinarie sfumature rosa osservate e fotografate da astrofili e astronomi di tutto il Paese. Questo è accaduto perché nell'arco di due giorni il campo magnetico terrestre ha subito un forte stress, dovuto all'interazione con uno sciame di particelle (espulsione di massa coronale, Cme) avvenuto sabato 4 novembre, al quale ha fatto seguito il 5 novembre una nuova Cme più intensa della prima, osserva il fisico Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all'Università di Trieste. «Questo ha determinato una tempesta geomagnetica forte di classe G3», su una scala che va da G1 a G5. La tempesta geomagnetica, prosegue Messerotti, «è durata per molte ore e e »l'ovale aurorale, la regione di interazione delle particelle energetiche solari con atomi e molecole dell'atmosfera terrestre, si è allargato fino a comprendere latitudini basse come 30 gradi Nord«.

 

 

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Il Gazzettino