In un'ora un fiume di fango: negozi e case allagate, la conta dei danni

Ad Auronzo è la conta dei danni dopo il nubifragio
AURONZO Poco meno di 100 millimetri d’acqua in un ora e Auronzo di Cadore viene travolto da un fiume di fango e devastazione. Negli anni scorsi, sempre in questo periodo, il...

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AURONZO Poco meno di 100 millimetri d’acqua in un ora e Auronzo di Cadore viene travolto da un fiume di fango e devastazione. Negli anni scorsi, sempre in questo periodo, il maltempo aveva colpito più volte con inusitata violenza corsi secondari della Val d’Ansiei, vale a dire il Giausiel di Cosderuoibe, i rii Marzon, Giralba e Muri con enormi colate di detriti. Questa volta il violento nubifragio estivo con due ondate in breve successione, accompagnato da forti raffiche di vento, ha colpito in pieno il centro, illuminato a giorno dai fulmini caduti in una sarabanda infernale sulle alture sovrastanti il centro abitato. Così le strade, che scendono dalle frazioni di Pais e da largo Tarin, si sono trasformate improvvisamente in torrenti limacciosi, investendo la centrale Via Roma e l’area di Via Ospitale con Via Corte e Via Dante su cui si affacciano numerosi esercizi commerciali.

MURO D’ACQUA
Di fronte a tanta acqua ancora una volta è esondato il rio Rizzardi, meglio conosciuto come “Giou de Misurin” dal colle che lo sovrasta e che a lato vede il Calvario. Il ruscello scende lungo la Val Da Olivo dalle propaggini dell’Aiarnola. All’altezza del cimitero di Villagrande fu tombato molti anni fa, così da attraversare in modo sotterraneo l’abitato e successivamente è stato collegato alla Picciottata, nei pressi delle rive del lago di S. Caterina, subito a valle della spiaggia Bucintoro, al collettore fognario principale. Generalmente nel corso dell’anno la sua portata d’acqua è assai modesta, insomma poco più di un rigagnolo.
IN PRIMA LINEA
«Su a monte – precisa Gianfranco Perin, la cui casa domina il piccolo corso d’acqua – ci sono molte piccole vallette con i relativi ruscelli. Messi tutti insieme con quel po’ po’ di pioggia è facile trarre le conseguenze». Eppure molti anziani del luogo fanno notare come un tale disastro potrebbe essere riconducibile al fatto che in alto ci sia caduta della grandine, così da creare un “tappo”. Questo poi avrebbe improvvisamente ceduto, dando sfogo ad una ondata che ha trascinato a valle tutto quanto ha trovato sul suo cammino. Fango, sassi, ramaglie, ceppi hanno prima scavalcato un ponticello, sfiorando una baita rimasta miracolosamente intatta. Poi con una furia incontenibile ha intasato il condotto. Conseguenza: una impressionante colata di fango ha inondato a cascata prima la via Venezia, poi il viale della Rimembranza, la parallela via Roma su cui si affacciano numerosi negozi, la sede della protezione civile e lo stesso municipio, per finire una parte nella sottostante via Trieste, dove si trova la locale stazione dei carabinieri. Un’altra ha imboccato Via Unione. Un ulteriore ramo ha deviato verso la Piazzetta Ospitale, una specie di catino dove confluiscono la Via Monti che scende da Pais, la Via Pier Fortunato Calvi da Tarin, Riva De Cere da Piazza S. Giustina e Via Vecellio da Piazza Vigo.
EPICENTRO
E proprio qui che si sono verificati i maggiori danni e disagi. Difatti acqua e limo hanno invaso lo scantinato del caffè pasticceria Venezia, fra i più frequentati del paese, mettendo fuori gioco cantina, laboratorio e sala caldaia. Tita Zanetto, che con il figlio Valentino e la moglie Angelina conducono da diversi anni l’attività, misura con il metro l’altezza raggiunta dall’invasione semiliquida: sono 150 centimetri. «Fin nella notte – dicono - ci siamo prodigati, assieme al personale e ad alcuni volontari, nel cercare di salvare il salvabile. Difficile quantificare subito i danni. Spero, anzi sono certo, di riaprire per sabato». Danni contenuti in uno scantinato di una vicino negozio di ottica della G5. Per il resto gran olio di gomito, come del resto lungo tutte le vie interessate dall’esondazione, per pulire garage, pavimenti, vetrine marciapiedi. Con un occhio al cielo e incrociando le dita all’annuncio di un successivo temporale serale.

Gianfranco Giuseppini 
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Il Gazzettino