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CHIOGGIA - O la va, o la spacca. Oggi, mercoledì 3 marzo, a partire dalle 10.15, i rappresentanti del Comitato promotore per Chioggia Capitale italiana della cultura 2024, si confrontano con la commissione ministeriale che dovrà decidere a quale, tra le dieci città finaliste, verrà assegnato il titolo. Si tratta, nello svolgimento pratico dell'incontro, di un vero e proprio esame: prima l'illustrazione del dossier che spiega i motivi per cui la Città ambisce al riconoscimento e come intende onorarlo nei prossimi anni, poi l'intervento dei commissari che approfondiranno le varie tematiche con domande mirate ai rappresentanti di Chioggia. Ma, a ben vedere, i laureandi non saranno questi ultimi. In realtà, ad essere sotto esame, è la Città nel suo complesso e i modi per essere promossi sono due: vincere il titolo (e il milione di euro che lo accompagna) ma, se così non sarà, mettere in atto, comunque, il progetto di rilancio contenuto nel dossier. Perché la Città ha tutte le potenzialità per essere una capitale e, in questo anno, lo ha dimostrato. Risale, infatti, a poco più di un anno fa il lancio della candidatura da parte di quattro coraggiosi concittadini: Matteo Doria, Raffaella Perini, Alessia Boscolo Nata e Pino Penzo.
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DA DOVE SI È PARTITI
Un documento-base di cinque paginette per illustrare le potenzialità di Chioggia, una proposta aperta al contributo di tutti che, infatti, è via via cresciuta di struttura, articolazione e autorevolezza.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Lo scorso aprile il consiglio comunale ha decretato, all'unanimità, la partecipazione al bando, è stato costituito un comitato scientifico e nominato un project manager (lo studio Starting 4 di Padova) che ha confezionato il dossier poi trasmesso al ministero. Un lavoro che ha permesso a Chioggia di superare la prima fase di selezione e, tra le 24 candidature iniziali, di accedere alla fase finale, insieme ad altre 9 concorrenti. Ma non è stato solo un fatto tecnico, un pacchetto ben confezionato. Quello che si è avvertito in quei mesi è stato un vero e proprio cambio di atteggiamento delle componenti sociali della Città, dall'autocritica alla consapevolezza delle potenzialità diffuse e, in un certo senso, inespresse di questa comunità. Ogni iniziativa, che fosse istituzionale, come la mostra di Andy Warhol, da giugno a settembre, o privata, come le operazioni di pulizia nei parchi cittadini, veniva interpretata come un aiuto, un complemento, alle ragioni storiche e culturali della candidatura. L'ultimo esempio, la pulizia del canal Vena, domenica scorsa. Una mobilitazione corale per eliminare uno sporco che non si vedeva, perché, sott'acqua e coperto dal fango, ben poco di tutto quello che è stato raccolto si poteva intravedere. Ma il desiderio di avere una città davvero pulita ha mobilitato cittadini, associazioni e istituzioni.
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Il Gazzettino