Ex supermercato Auchan, doccia fredda per 41 lavoratori: cassa lampo

L'ex Auchan riaprirà sotto il marchio Conad ad ottobre
MESTRE -  L'ipermercato è chiuso mentre altri, nell'area commerciale dell'ormai ex Auchan, aprono o si preparano a farlo. Dopo la doccia fredda per 41...

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MESTRE -  L'ipermercato è chiuso mentre altri, nell'area commerciale dell'ormai ex Auchan, aprono o si preparano a farlo. Dopo la doccia fredda per 41 lavoratori del supemercato, messi improvvisamente in cassa integrazione il 30 settembre, i sindacati lanciano un nuovo appello al Comune di Venezia e alla Regione.


Se il piano nazionale, con le promesse di ricollocamenti certi, era stato sottoscritto dalla Cisl e bocciato da Cgil e Uil, i sindacati spiegano di essersi mossi unitariamente sul caso mestrino e di aver rifiutato, tutti insieme, di accettare l'accordo proposto da Margherita distribuzione per il passaggio da Auchan, che ha chiuso giovedì, a Conad che riaprirà (solo al piano terra) il 9 ottobre al centro commerciale Porte di Mestre. Il problema è proprio l'incertezza sulla possibilità di poter ricollocare i 41 esuberi annunciati nei giorni scorsi. «Abbiamo subito chiesto un incontro al Comune e alla Regione, affinché si facciano garanti di questa operazione - spiegano Boris Brichese della Filcams Cgil di Venezia e Fabio Marchiori della Uiltucs Uil -. Il nostro referente, prima delle elezioni, era l'assessore Venturini e ora chiediamo di metterci qualcuno a disposizione per aprire al più presto un tavolo di crisi».


Non è chiaro nemmeno ai sindacati il criterio secondo cui sono state scelte le persone da confermare (un centinaio di lavoratori integrati nel personale Conad) e gli ex dipendenti Auchan che invece rimangono in quota Margherita distribuzione, ma in cassa integrazione a zero ore. «Queste persone non verranno ricollocate subito, come sembrava dalle prime rassicurazioni avute a livello nazionale - aggiungono Brichese e Marchiori -. Qui a Mestre, nell'incontro con Margherita distribuzione ci è stato detto che i lavoratori da tenere in Conad li avrebbero scelti loro e che ci sarebbe stato l'impegno di ricollocare eventuali esuberi nelle altre aziende che si insedieranno negli spazi liberi al piano superiore. Ma quando abbiamo chiesto che ci sia un impegno formale e quindi una certezza, non abbiamo avuto garanzie, così come non ci sono stati spiegati i criteri per la scelta dei lavoratori, anche se è evidente che abbiano voluto escludere specifiche categorie. Nessun sindacato, quindi, ha sottoscritto l'accordo a livello locale e ora speriamo in un intervento delle istituzioni». E spaventa il fatto che lì, a poca distanza, stiano aprendo altre realtà come Lando pronte a fare una forte concorrenza. «Ci siamo inoltre rivolti alle 41 persone in cassa integrazione - concludono i due sindacalisti -. Siamo pronti ad accogliere chi volesse impugnare i trasferimenti, presentando ricorso». M.Fus.
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Il Gazzettino