Giù le serrande, Auchan al capolinea: altri 41 esuberi fra i dipendenti

Giù le serrande, Auchan al capolinea: altri 41 esuberi fra i dipendenti
MESTRE Al centro Porte di Mestre da giovedì l'ipermercato è chiuso. Un periodo di transizione per dire addio ad Auchan, formare il personale, riallestire gli...

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MESTRE Al centro Porte di Mestre da giovedì l'ipermercato è chiuso. Un periodo di transizione per dire addio ad Auchan, formare il personale, riallestire gli scaffali e riaprire il 9 ottobre con il marchio Conad. Una breve parentesi di chiusura (in attesa della ristrutturazione completa prevista però dal 10 gennaio) che non passa inosservata per i clienti e che, in una situazione di incertezza, pesa sugli altri negozi della galleria. Resta chiusa infatti l'area del primo piano sulla quale, a detta dei sindacati, non ci sarebbero ancora investitori pronti a concretizzare il loro ingresso. 


FAMIGLIE NEL DRAMMA
Un caos dietro il quale si nasconde un dramma per tante famiglie dei lavoratori, che mercoledì hanno visto concretizzarsi l'incubo: la lettera che annuncia che non faranno parte della squadra di Conad. Dopo le 47 uscite autonome di giugno, da parte di lavoratori che hanno deciso di accettare la buonuscita, il 30 settembre si sono aggiunti altri 41 esuberi scelti dalle aziende. «Una giornata tragica, mentre in una sala si faceva la riunione per conoscere i nuovi proprietari, in un'altra stanza venivano dichiarati gli esuberi - spiega Monica Mencherini della Fisascat Cisl - Ho visto gente piangere e sentirsi male davanti al centro commerciale, persone che lavorano da una vita in Auchan e ora si ritrovano in cassa integrazione a zero ore».

Margherita Distribuzione ha detto di essere in contatto con diversi imprenditori interessati a subentrare al primo piano e di voler ricollocare gli esuberi in quel contesto o in altre realtà Conad. «Certezze, però, nessuna - aggiunge la delegata sindacale - Sapevamo che con un solo piano al posto di due non ci poteva essere lavoro per tutti ma non riusciamo a capire il criterio con cui hanno fatto le scelte e vogliamo chiedere chiarimenti. Restano fuori tante donne monoreddito e in difficoltà, persone che nonostante i problemi di salute e invalidità devono mantenere figli: tre categorie protette e anche quattro capireparto su 13». 

AZIONI LEGALI
Si è scatenato il caos e tra gli esclusi c'è chi sta valutando con un avvocato la possibilità di chiedere di rivedere le liste. I lavoratori chiedevano per esempio di fare un ragionamento sulle numerose coppie sposate che lavorano in azienda: «Ci sono marito e moglie che sono stati confermati entrambi in Conad e altri che si trovano in due in cassa integrazione, col rischio di lasciare l'intera famiglia senza reddito». Tra i capi reparto è stata esclusa anche Daniela Enzo, 49 anni: «Lavoro da Auchan da 25 anni e sono caporeparto al tessile e televisori dal 2002. Mi hanno fatto impegnare i prodotti 2021, fare gli acquisti per il Natale, illudendomi che sarei rimasta. A giugno ho rifiutato la buonuscita. E ora scopro di essere stata esclusa, mi trovo in cassa integrazione. Sono monoreddito, separata con figli e con un'invalidità ai reni che non mi preclude il massimo impegno nel lavoro. Mi parcheggiano per qualche mese in questa società, Margherita Distribuzione, ma di fatto mi sento licenziata. Ho chiesto che mi spiegassero i criteri ma non ho avuto risposta. Con me altri colleghi bravissimi che lavorano nei reparti da una vita. Nessuno ci ha fatto un colloquio, nessuno ha voluto ascoltarci».

LO SFOGO

«Io non le avevo da contratto ma lavoravo almeno due domeniche su quattro» commenta invece Cinzia Padovan, 59 anni, in Auchan da più di 20. «Questa lista è stata fatta a casaccio, senza tenere conto del nostro operato. Non c'è stata nessuna attenzione per le fasce protette, di cui faccio parte da tre anni senza mai essere stata un peso, né per i monoreddito». Cinzia ha scelto di uscire da Margherita Distribuzione: «Non posso restare in balia degli eventi e di cavilli che ci tengono bloccate, ma capisco chi rimane sperando di poter essere ricollocato. Siamo vittime di un grande pasticcio e ora mi fanno sentire un peso, una persona di cui non avere riguardo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino