Il mistero del botto sul bus: un atto vandalico, poi sono scesi tutti. I riscontri della polizia scientifica

Il mistero del botto sul bus: un atto vandalico, poi sono scesi tutti. I riscontri della polizia scientifica
PADOVA - Ora non ci sono più dubbi. Gli investigatori della Polizia scientifica l’hanno messo nero su bianco nel loro rapporto. Lunedì sera sul bus della linea...

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PADOVA - Ora non ci sono più dubbi. Gli investigatori della Polizia scientifica l’hanno messo nero su bianco nel loro rapporto. Lunedì sera sul bus della linea 10 è stato commesso un atto vandalico, un violento colpo contro la vetrata, inflitto dall’alto verso il basso. E a compierlo non può che essere stato uno dei pochissimi passeggeri. I poliziotti della Mobile hanno ristretto il campo delle indagini sul misterioso episodio inizialmente catalogato come un attentato al mezzo di BusItalia. Non sarà però semplice venirne a capo. Purtroppo i passeggeri del bus non sono stati ancora individuati e identificati. Gli inquirenti ritengono che al momento del raid vandalico ve ne fossero al massimo sei. É il numero che emerge dallo scrupoloso esame delle telecamere della videosorveglianza comunale ubicate lungo via Chiesanuova.


Quattro, al massimo sei persone oltre all’autista. C’erano sicuramente tre cittadini stranieri ma anche una persona probabilmente anziana - questo suggeriscono le sue movenze - salita sul 10 all’ultima fermata, quella precedente al momento in cui l’autista ha bloccato il mezzo dopo aver udito il fortissimo botto proveniente dalla parte posteriore del bus.

SOLO L'AUTISTA
Nessuno di loro ha atteso l’arrivo della polizia. Sul posto gli agenti hanno trovato soltanto l’autista. Ed hanno potuto raccogliere unicamente la sua testimonianza. Il dipendente di BusItalia non è stato in grado di fornire indicazioni precise sull’accaduto. Probabilmente avrebbero potuto farlo i passeggeri che hanno pensato bene di allontanarsi non appena si è compreso che il bus non sarebbe ripartito. Tra di loro si annida il vandalo ma è impossibile che qualcuno degli altri passeggeri non si sia accorto di nulla e non sia in grado di descrivere il responsabile del raid. Gli investigatori proveranno a salire sul bus per individuare magari qualcuno che prende abitualmente il 10 in quella fascia oraria. Confidano comunque che chi ha qualcosa di importante da raccontare si faccia vivo in questura. Le telecamere della videosorveglianza (purtroppo quelle interne al bus non erano funzionanti, ndr) consegnano comunque un’altra stranezza: nei momenti successivi all’improvviso stop del mezzo non si vede nessuno allontanarsi con passo spedito da via Chiesanuova. I passeggeri si allontanano poco dopo il misterioso episodio senza alcuna fretta.

LA PISTA


Alla Mobile vengono per ora esclusi collegamenti con l’altro grave episodio, quello avvenuto la sera del 5 dicembre al capolinea del 22, a Torre. La pista privilegiata in questo momento è quella di un vandalo che avrebbe colpito ripetutamente negli ultimi tre o quattro mesi tra via Chiesanuova e via Venezia, nella zona limitrofa al cavalcavia di corso Australia. Sono diversi i danneggiamenti finiti sotto la lente d’ingrandimento della polizia. Il vandalo si diverte a lanciare a distanza un corpo contundente, forse una piccola pietra o più probabilmente un piombino, contro le strutture che incontra per strada. É il caso ad esempio di una pensilina del bus, danneggiata qualche tempo fa, o della stazione di servizio al civico 35 di via Vicenza. In quel caso è stata colpita la vetrata. I rapporti investigativi su questi vandalismi verranno analizzati nel dettaglio allo scopo di capire se dietro ai raid compiuti nella zona si nasconda la stessa firma. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino